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Nuovo ospedale Valle Belbo,bisogna definire la “mission”
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Nuovo ospedale Valle Belbo,
bisogna definire la “mission”

La Valle Belbo si sente "in credito" nei confronti della Regione Piemonte; e come ogni creditore, si aspetta che il presidio di regione Boidi venga completato. Questo il messaggio unanime

La Valle Belbo si sente "in credito" nei confronti della Regione Piemonte; e come ogni creditore, si aspetta che il presidio di regione Boidi venga completato. Questo il messaggio unanime trasmesso lunedì sera, nel consiglio comunale aperto tenutosi in un affollatissimo Foro Boario nicese, alla presenza di svariati sindaci, amministratori, referenti di associazioni e semplici cittadini. L'assessore regionale alla sanità Antonio Saitta, in una nota inviata al sindaco nicese Flavio Pesce, ha accennato di essere assente poiché ritiene "prematura" l'iniziativa, in assenza per ora di una «soluzione condivisa, realistica e conclusiva alla complicata vicenda che si trascina da almeno sette anni».

Tra le prospettive potenziali, l'interessamento della Cassa Depositi e Prestiti e il piano sull'assistenza territoriale, da approvare in giunta regionale il 29 giugno, in cui il presidio della Valle Belbo dovrà aver definito la sua "mission". Il consiglio comunale ha votato un ordine del giorno all'unanimità in cui chiede di reperire tempestivamente le risorse necessarie alla ripresa delle attività di cantiere, la ridefinizione del piano di utilizzo con trasferimento di tutto quanto ora nel S. Spirito e, fino ad attivazione della nuova struttura, il mantenimento in funzionalità dell'ospedale nicese medesimo. Numerosi gli interventi: e se il consigliere regionale M5S Paolo Mighetti (unico esponente regionale) ha fatto cenno al metaforico risveglio da un brutto sogno, con la necessità di tornare dalla Regione con, parole sue, "richieste plausibili", a immediata replica l'ex sindaco nicese Maurizio Carcione, firmatario all'epoca dell'Accordo di Programma con Regione e ASL Asti, ha sottolineato che le esigenze sanitarie della Valle Belbo non sono mutate dal 2008: «Avremmo dovuto sollevarci prima, quando il presidio dei Boidi è stato eliminato dalla rete ospedaliera regionale».

E se il primo cittadino di Asti Fabrizio Brignolo ha segnalato la vicinanza del capoluogo al problema, il collega canellese Marco Gabusi, facente funzioni di presidente della Provincia, ha tuonato: «Questa parte di Piemonte paga le tasse, si aspetta servizi almeno pari a quelli degli altri». Il direttore del CISA Asti sud Mara Begheldo ha ribadito le difficoltà territoriali nei trasporti, proponendo di entrare nel merito sui possibili contenuti integrativi della struttura in regione Boidi. Veementi gli interventi del parlamentare PD Massimo Fiorio («Se il cantiere non fosse completato, lo Stato potrebbe richiedere indietro la sua quota») e del consigliere di minoranza Pietro Balestrino, che ha invitato i sindaci della valle a dimettersi in massa per protesta.

Fulvio Gatti

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