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Attualità
Salute

Novembre mese della prevenzione ai tumori maschili: nuove cure per il carcinoma alla prostata

Le immagini “fuse” fra biopsia e RM sono la nuova frontiera per curare questa forma tumorale. Visite e screening alla Lilt per tutto il mese

E’ una malattia subdola, che ha gli stessi sintomi di un ingrossamento prostatico ma che può invece nascondere un tumore.
E’ di carcinoma prostatico che sabato mattina si è parlato ad Astiss durante una conferenza medica curata dalla Lilt di Asti per il mese di prevenzione di questo tumore. Dopo l’ottobre in rosa per sensibilizzare sui tumori della mammella e dell’utero, il novembre si tinge di azzurro e pensa ai maschi con la possibilità di visite di controllo prenotate presso la sede Lilt (per info 0141/595196 oppure info@legatumoriasti.it oppure ancora su www.legatumoriasti.it).
Il primario di Urologia dell’ospedale di Asti, dottor Giovanni Zarrelli con il dottor Marcello Tucci, primario di Oncologia, ha presentato i risultati dell’approccio multidisciplinare ai pazienti colpiti da questo tumore e anche le innovazioni diagnostiche e terapeutiche a tutti gli stadi di malattia.
All’ospedale di Asti esiste il GIC (Gruppo interdisciplinare di cura) formato da un urologo, radiologo, oncologo, infermiere e un data manager per archiviare tutti i dati nella programmazione dei percorsi diagnostici.
Sul fronte della diagnosi, il grande passo in avanti è stato fatto con l’utilizzo della risonanza magnetica multiparametrica che consente una biopsia prostatica mirata, con fusione di immagini che consentono un altissimo livello di accuratezza diagnostica. E, di conseguenza, di profilazione di terapia sulle caratteristiche specifiche del paziente e del suo tipo di carcinoma.
Evoluzione anche sul fronte terapeutico che sulla malattia localizzata può applicare tecniche mini invasiva come la laparoscopia e la chirurgia robotica fino a radioterapie sempre più precise e sofisticate. Questo a beneficio della qualità della vita del paziente e dell’aumento delle sue possibilità di guarigione.
Ad aprire la conferenza era stato un interessante intervento del professor Fabio Malavasi, ricercatore genetista all’Università di Torino che ha intuito l’applicazione in medicina della Cd38, proteina presente da 900 milioni di anni con un ruolo chiave nell’evoluzione umana che si è dimostrata anche un bersaglio perfetto contro il mieloma multiplo, da colpire con nuovi farmaci studiati appositamente.

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