Il giorno dopo è quello del risveglio dalla sbornia dei festeggiamenti (di uno) e delle inevitabili polemiche (di tutti gli altri). A San Martino San Rocco ancora non ci credono. Le previsioni della vigilia sono saltate: i biancoverdi hanno compiuto un'impresa memorabile, zittendo due rivali di vaglia quali Torretta e San Secondo. Il re indiscusso è Bucefalo. Ma intanto montano le polemiche, nel mirino Renato Bircolotti
Il giorno dopo è quello del risveglio dalla sbornia dei festeggiamenti (di uno) e delle inevitabili polemiche (di tutti gli altri). A San Martino San Rocco ancora non ci credono e coccolano un drappo atteso per ben 27 anni. Sugli altari il fantino Maurizio Farnetani, detto Bucefalo, autentico e indiscusso Re della piazza, e un Rettore, Franca Sattanino, capace come pochi di trasmettere entusiasmo e motivazioni ad un popolo che cominciava davvero a pensare di non riuscire a togliersi di dosso la iella che da tempo immemore ne accompagnava il cammino.
Le previsioni della vigilia sono saltate: i biancoverdi hanno compiuto un'impresa memorabile, zittendo due rivali di vaglia quali Torretta e San Secondo. Gingillo ci ha provato fino alla fine per i biancorossoblu, ma contro il Buce di domenica non c'è stato nulla da fare. E poi le polemiche, più o meno marcate, con nel mirino Renato Bircolotti, tornato sul verrocchio dopo un anno di assenza ma mostratosi per un verso fin troppo esigente, vedi la mossa della finale, e dall'altro tollerante all'eccesso, consentendo a San Marzanotto, in batteria, di stare al canapo dopo averlo precedentemente spedito in seconda fila. Un Palio lungo ed emozionante, finito quando i lampioni già illuminavano una piazza ed una pista che avevano appena regalato ai biancoverdi il sogno più bello.
Massimo Elia