Nella settimana della giornata della donna le “pillole” Artom non potevano non dedicare un incontro a sensibilizzare contro l’odio nelle sue molteplici declinazioni. I relatori saranno la dottoressa Daniela Campasso, Primo Dirigente della Polizia di Stato e il dottor Gianluca Vesce, Commissario Capo della Polizia di Stato, Dirigente Digos e Vice Capo di Gabinetto della Questura di Asti, on line venerdì 12 marzo dalle 15 con studentesse e studenti di Asti e Canelli.
Dall’odio proprio verso le donne, che sfocia nei casi di femminicidio ma anche negli insulti pubblici come è successo recentemente a Liliana Segre e a Giorgia Meloni, alle molteplici declinazioni di esso che sono di influenza nei fattori sociali con particolare attenzione a quelli che più interessano la fascia giovanile presente alla lezione; le informazioni e le riflessioni a cura del commissario Capo dott. Vesce saranno spunto di dibattito.
La dottoressa Campasso, alla guida della Divisione Anticrimine, da anni si occupa di violenza contro le donne e dedicherà la parte finale dell’intervento al fenomeno dell’ “odio verso le donne”, offrendo un taglio squisitamente pratico mirato ad informare circa i possibili contatti che potranno avvenire tra gli studenti e le Forze dell’Ordine per intervenire su casi concreti o, semplicemente, chiarendo quali contributi efficaci possano essere offerti da ciascuno di loro per contrastare il fenomeno della violenza di genere.
“Dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le pari opportunità, e dal Ministero dell’Istruzione sono stati emessi bandi per progetti volti alla promozione delle pari opportunità nelle scuole di ogni ordine e grado. – ricorda il dirigente Calcagno – Insieme all’inserimento della disciplina di Educazione civica sono strumenti che favoriscono una maggiore attenzione su questi temi. Non dimentichiamoci che nel luglio scorso il governo di Varsavia ha cominciato il processo di disdetta della Convenzione del Consiglio d’ Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul). Non è concepibile una involuzione di questo genere quando ogni giorno gli organi di stampa riportano di femminicidi e di delitti che coinvolgono spesso anche i figli. Molteplici e complicati sono gli aspetti che andrebbero analizzati per completare un percorso che è culturale.
Il femminicidio, il rispetto della persona e il rispetto della vita devono diventare un Tabù così come descritto da numerosi autori in psicoanalisi. Siamo lontani da processi di questo tipo. La scuola può suggerire, proporre, stimolare attenzione, motivazione. Possiamo parlare e dibattere di regole, di sanzioni, di diritti e doveri, ma se manca la consapevolezza della responsabilità e del giusto/sbagliato il nostro lavoro è sterile. Solo un’azione corale della comunità educate potrà salvarci da questo ancestrale abominio. Noi, instancabilmente, continueremo a lavorarci.”