La consigliera provinciale spiega i retroscena della scelta del presidente facente funzioni Gabusi di ritirarle le deleghe ai lavori pubblici e al Piano neve: “E’ un modo per zittire chi non la pensa come lui”
Nessuna telefonata informale, ma solo una semplice mail per dirle che le toglieva le deleghe ai lavori pubblici e al piano neve, viste le divergenze rispetto alle decisioni adottate dal Consiglio provinciale.
Questa mattina, alla caffetteria Mazzetti, la consigliera Angela Quaglia ha convocato i giornalisti per spiegare i retroscena sul ritiro delle deleghe che l’ex presidente della Provincia, Fabrizio Brignolo, le aveva affidato quasi due anni fa. A riprendersi quelle stesse deleghe è stato l’attuale presidente facente funzioni Marco Gabusi, già vice di Brignolo. Gabusi aveva preso in mano la reggenza in attesa che al Ministero – cosa mai avvenuta – decidessero se ufficializzare la surroga o, come molti si aspettavano, indire nuove elezioni provinciali, sempre di secondo livello.
A ricordare l’antefatto dei ruoli è stata la consigliera anche perché considera quello di Gabusi un atto che non sarebbe di sua competenza in quanto, ha ricordato, “le deleghe mi erano state date dal presidente eletto e solo lui avrebbe potuto revocarle”.
“Gabusi è come me un consigliere provinciale con ruolo di facente funzioni” ha rimarcato Quaglia.
Per quanto riguarda i contrasti tra i due, l’eletta ha raccontato che, sebbene già ad ottobre dello scorso anno avesse avuto da ridire su molte scelte del presidente (“tutto spiegato a Gabusi in una lettera alla quale non ha mai risposto”), la pietra dello scandalo dev’essere ricercata nel nuovo Piano neve, licenziato dal Consiglio – quando Quaglia era assente -, con scelte non condivise e con una formula molto diversa rispetto a quanto adottato nei precedenti anni.
“E’ stato completamente stravolto – ha spiegato – Fino all’anno scorso si facevano appalti per spazzare la neve su 102 percorsi lungo i vari territori delle strade provinciali. C’era una gara per ogni percorso e questo ha permesso a molti imprenditori agricoli di zona di partecipare alle aste e aggiudicarsi i lavori, magari nelle zone dove vivono e dove conoscono le esigenze e le criticità. La stessa cosa valeva per lo spargimento di sale e sabbia”. Quaglia ha poi illustrato le modalità del nuovo appalto: solo 50 gare, richiesta ai soggetti interessati di usare mezzi dotati di gps e ricerca delle ditte tramite MEPA (Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione).
“Con tutta la loro buona volontà, gli agricoltori dovrebbero possedere tre o quattro mezzi fermi da destinare al Piano neve provinciale, mentre ne hanno quasi sempre uno o due, investire nei gps e iscriversi, perché immagino che molti non lo siano, al MEPA. Questo significa che alle gare parteciparanno solo grosse ditte mentre i piccoli agricoltori saranno tagliati fuori. E’ per questo che mi sono opposta al nuovo Piano e ho scritto, tramite Pec provinciale, anche ai sindaci e al Prefetto per evidenziare la mia contrarietà. Gabusi non l’ha presa bene”.
Da qui lo scontro con il presidente facente funzioni e la scelta di quest’ultimo di revocare alla consigliera Quaglia le deleghe di sua competenza.
Ma non è tutto. Quaglia non farà ricorso al TAR contro la decisione presa, ma aspetterà ottobre quando il Consiglio provinciale giungerà alla sua naturale scadenza. “Non ricorro – ha precisato – ma qui è chiara la volontà di eliminare il dissenso. Peccato che qualche giorno fa la Coldiretti ha ufficializzato i propri timori nel caso la delibera del Piano restasse tale”.
A rendere lo scontro tra Gabusi e Quaglia ancora più acceso sono state anche altre dichiarazioni fatte dalla consigliera per mettere sul chi vive sindaci, amministratori di zona e il prefetto sullo stato in cui continua a versare l’Ente provinciale.
“La Provincia non è più in condizioni di garantire la sicurezza e la pubblica incolumità sulle strade e a Roma devono rendersene conto. Probabilmente ha dato fastidio che dicessi queste cose, comunque note ai più”. La consigliera definisce la situazione con un termine preciso, “arrendevolezza”, quasi a dire che la situazione in cui versano le Province di secondo livello, dopo la riforma Delrio, è molto diversa da quanto era stato prospettato, ovvero più snelle (di soldi, questo sì) ed efficienti di prima.
“Ho contestato a Gabusi le scelte di arrendevolezza che ho visto, – ha poi aggiunto – ma anche ritardi nel mettere in atto azioni strategiche come la gestione delle frane e la loro prevenzione attraverso un protocolloo di intesa con tecnici e professionisti, non solo dell’Ente. Un protocollo che approvato con tempi troppo dilatati”.
Nonostante tutto, Angela Quaglia non intende lasciare il suo ruolo di consigliera provinciale e porterà a termine il mandato: “Solo che, invece di occuparmi esclusivamente di lavori pubblici e Piano neve, andrò ad approfindire tutte le altre pratiche all’ordine del giorno, che comunque mi competono un qualità di consigliera, e farò il mio dovere, come ho sempre fatto, in questo caso gratuitamente”.
Riccardo Santagati