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Quale sanità in Valle Belbo? La domanda della Cgil

Luca Quagliotti, segretario provinciale del sindacato, interroga i vertici della sanità astigiana ma anche la politica sul piano integrato dei servizi.

Non è sfuggita la lettera aperta del segretario provincia della Cgil Luca Quagliotti ai vertici dell’Asl AT ma, anche, a politici e amministratori astigiani. L’intervento completo a pagina 8: qui riportiamo un passaggio riguardante la Valle Belbo.

“Sono stati annunciati progetti di potenziamento del 118 a Canelli e a Santo Stefano Belbo, lasciando circa 75.000 cittadini astigiani senza una ambulanza medicalizzata e concentrando l’emergenza/urgenza in Valle Belbo, dove vi era già un servizio di 118 adeguato. E sono state annunciate nuove case di comunità, di cui una nuovamente a Canelli dove è già presente una Casa della Salute funzionante e vicina pochi chilometri dal costruendo ospedale della Valle Belbo, mentre nel nord astigiano sul versante della Valleversa e dintorni non ne verrà costruita nessuna né vi è la presenza di una Casa della Salute.

Chiediamo un percorso che inserisca l’Ospedale della Valle Belbo all’interno di un progetto complessivo in cui siano chiari scopi, finalità, reparti, servizi presenti e organici necessari, avviando immediatamente i processi di reclutamento. Smettendo di utilizzare il personale della sanità che opera in Valle Belbo come fosse un’agenzia di somministrazione per tappare i buchi degli altri servizi derivanti dalle mancate assunzioni di questi anni e da una incapacità programmatoria della politica astigiana e piemontese”.

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