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Attualità
Casa del Consumatore

Quel perverso meccanismo che fa ricadere sulle famiglie tutto il peso dei rincari energetici

Tanti condomini sono chiamati a pagare i conguagli dell’inverno passato per poter accedere alle forniture di quello che si sta affacciando. Con costi impossibili

 Riceviamo dall’associazione Casa del Consumatore di Asti.

«E’ ormai noto il crescente e spropositato aumenti dei prezzi del gas naturale, connesso all’incertezza, sia a livello nazionale che sovranazionale , del mercato dell’energia che, ancora oggi, nonostante sia alle porte la nuova stagione termica 2022/23, risulta essere sprovvisto di interventi governativi idonei a tutelare i consumatorie e le aziende …» Esordisce così una delle tante missive inviate, nei giorni scorsi, alle amministrazioni condominiali per richiedere il pagamento dei conguagli del gas fornito per la stagione 2021/22 ed in caso di mancato pagamento si prospetta la mancata accensione della caldaia del riscaldamento centralizzato a partire dal prossimo 22 ottobre.

Il tenore delle missive inviate da parte delle società del gas paiono sembrare una richiesta di alleanza tra l’utenza e le aziende fornitrici nei confronti del Governo affinché prenda provvedimenti veloci altrimenti la questione energetica rischia di causare un enorme disagio sociale.

«Conguagli esorbitanti che variano, a seconda della grandezza del condominio, dai 40mila euro sino a circa 150 mila – afferma Stefano Santin della Casa del Consumatore – importi che vanno a raddoppiare il normale costo del gas. Un condominio è passato da un costo del gas, per le passate stagioni, pari ad euro 50 mila annui ad 85mila per il periodo 2021/22 nonostante avesse consumato circa 10mila metri cubi in meno rispetto al periodo del lockdown . Le famiglie si stanno ritrovando rate condominiali quasi raddoppiate se si pensa che la quota riscaldamento incide per oltre il 70% di un bilancio condominiale. Inoltre per la nuova stagione invernale l’incognita prezzi permane. Le aziende fornitrici del gas, di cui molte hanno annunciato il default , si trovano costrette loro malgrado a non poter rateizzare i maxi conguagli in tempi lunghi- continua Santin- perché, a loro volta, devono far fronte alle richieste dei pagamenti da parte dei big che stoccano e rivendono il gas alla miriade di società nate con la liberalizzazione del mercato energetico. Ad oggi sono richieste, alle società rivenditrici del gas, fidejussioni bancarie pari ad importi superiori al 300% rispetto a quelle che abitualmente richiedevano al sistema creditizio. Senza fidejussioni le società del gas non possono accedere alle forniture per la nuova stagione. Le banche hanno alzato un muro nel concedere garanzie più alte a causa del rischio mercato che queste società si trovano a dover affrontare. Il risultato potrebbe essere catastrofico: migliaia di condomini senza riscaldamento. Potrebbe sembrare un assurdo ma alla fine il problema di avere gas sufficiente per il fabbisogno nazionale verrebbe sopperito da parte della fascia più debole della catena: le famiglie che rimarranno senza riscaldamento.

«E’ enorme il rischio di condomini che non vedranno l’accensione della caldaia- conclude Santin- o si vedranno revocare il contratto di fornitura con conseguente assegnazione al fornitore di ultima istanza che applica tariffe solitamente più elevate rispetto a quelle concordate contrattualmente».

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