È un fiume in piena il sindaco Maurizio Rasero nell’analizzare l’esito delle elezioni attraverso un lunghissimo post su Facebook. «Ha vinto Giorgia Meloni. Lo dico convinto. Ha vinto lei trainando il suo partito, bucando lo schermo, arrivando ai cuori delle persone più degli altri. – commenta il sindaco di Asti – Non l’ho votata, ma le devo fare i complimenti per una vittoria meritatissima che le avevo preannunciato quando la incontrai ad Asti lo scorso novembre in occasione dei mercatini di Natale. Le dissi che a differenza degli altri che avevano detto e fatto tutto ed il contrario di tutto (vi ricordate cose tipo “mai con il partito di Bibbiano!”) lei è stata la più coerente e questo alla lunga avrebbe pagato. All’opposto, dovessi indicare qualcuno, segnalerei molto modestamente l’ex leader PD Letta che in questa campagna elettorale non ne ha azzeccata una ed ha profuso tutto il suo impegno per sventolare la minaccia fascista piuttosto che la deriva populista o il rischio default causa isolamento europeo/mondiale».
«Quindi Meloni stravince e Letta straperde, ok, ma gli altri? – continua Rasero – Gli altri, a sentirli hanno vinto tutti. Forse l’unico ad ammettere l’insuccesso andando a trovare faticosamente un minimo di onestà intellettuale in fondo all’animo (dopo che in questi anni ha perso qualsiasi credibilità per aver ripudiato tutti i principi fondamentali delle sue scelte politiche della prima ora) è stato Luigi Di Maio che resta a casa».
Rasero guarda anche ai risultati astigiani che portano in Parlamento il suo assessore Marcello Coppo (FdI) e riconfermano come deputato il già assessore Andrea Giaccone (Lega). «Andrea Giaccone – evidenzia Rasero – era terzo in lista nel plurinominale (proporzionale) della nostra zona (Piemonte 2-2) ma, per effetto che i primi due sono stati eletti altrove in collegi uninominali, si è aggiudicato il seggio che spettava alla Lega tornando in Parlamento. È stato per me prima un assessore della mia giunta poi un parlamentare a cui ho sempre fatto riferimento per pratiche romane e per i problemi del territorio ma, consentitemi di dirlo, soprattutto un amico per cui sono davvero contento che possa proseguire la sua esperienza alla Camera dei Deputati. Entra per la prima volta alla Camera dei Deputati Marcello Coppo. – continua Rasero – Anche lui mio assessore ma nell’attuale giunta (già vice sindaco in quella precedente). Sarà mica che fare l’assessore con me sindaco fa maturare esperienza e idoneità per intraprendere la carriera romana? A parte gli scherzi credo che se lo meriti. Come tutti ha pregi e difetti, come tutti a qualcuno è simpatico e ad altri meno, a qualcuno piace ed ad altri no, ma nessuno potrà mai dire nulla sul fatto che Marcello è una persona seria ed onesta che da molto tempo milita nella stessa forza politica mettendoci la faccia anche quando le percentuali erano decisamente diverse. Rappresenta ciò che dovrebbe sempre essere: uno entra in un partito, porta avanti le proposte dello stesso nel bene e nel male, si candida anche quando sa che si perderà o non si raggiungeranno i risultati auspicati e poi ne porta a casa i frutti riuscendo ad ottenere la candidatura quando il vento è in poppa e c’è la certezza del risultato. Bravo Marcello, sono convinto che potremo contare su di te in quel di Roma per lavorare insieme nell’interesse del territorio».
Un commento il sindaco lo rivolge anche per Paolo Zangrillo al Senato: «All’uninominale viene eletto Zangrillo, numero uno di Forza Italia in Piemonte, catapultato ad Asti dai piani alti che hanno considerato il nostro un collegio sicuro. Ho nulla contro la persona, che conosco e stimo, ci mancherebbe, gli faccio anche gli auguri di buon lavoro nella speranza che si ricordi del territorio che lo ha espresso e sono convinto che porterà a Roma le sue competenze impegnandosi per il bene del Paese (credo anche con un ruolo diverso dal semplice parlamentare), ma mi sia consentito di dire che anche questa è la dimostrazione di un sistema che non funziona. Candidati scelti dalle segreterie di partito, non condivisi dal territorio, e cittadini che non hanno nemmeno la preferenza per far sapere cosa pensano. A me non va e non piace , siamo in democrazia e quindi dico come la penso senza che nessuno si debba offendere».