Nel frattempo i cittadini si stanno organizzando per proporre una soluzione alternativa che possa accontentare tutti (chi vuole installare l’antenna e i proprietari delle abitazioni vicine). «Il nostro parroco don Hilton – fa sapere in un comunicato firmato un gruppo spontaneo di cittadini – si è unito alla protesta e ha proposto alla compagnia telefonica un terreno di proprietà della parrocchia su cui insiste una chiesetta, dedicata a San Grato, completamente diroccata, ma che permette di costruire con ampio spazio l’antenna. Questo terreno dista pochissimo dal sito scelto ed è facilmente raggiungibile. Sarebbe proprio ideale per posizionare il ripetitore».
I cittadini hanno fatto una sorta di voto in caso di risoluzione del problema: «Promettiamo di costruire un’edicola votiva dedicata al Santo con giardinetto ben curato al posto della chiesetta diroccata, ormai nascosta tra i rovi e le acacie cresciute intorno. I lavori per la costruzione della cappella cominceranno appena ci sarà segno positivo di risoluzione del problema. Verranno il più possibile riciclati i materiali della chiesa vecchia, visto che ormai è tutta in rovina e pericolante, e negli anni può solo peggiorare essendo impossibile il suo recupero». Alcuni rafrancoresi si uniscono così alla lotta ingaggiata mesi fa dalla famiglia Bessone che, dal mattino alla sera, si è trovata gli operai che stavano per iniziare i lavori proprio a fianco della loro abitazione.
«Abbiamo raccolto firme, abbiamo sfilato con cartelli al collo, abbiamo scritto articoli. I signori Baucia e Bessone hanno intrapreso le vie legali per difendersi da questa che a tutti noi sembra un’ingiustizia intollerabile.Tutto però sembra inefficace tanto che la ditta del ripetitore ora è passata a chiedere denaro alla coppia di pensionati malcapitati anche solo per un minimo spostamento dell’antenna che ancora non è stata installata, senza tenere conto del disagio che gli sta causando e ancor più del fatto che la loro casa perderà valore in modo notevole» conclude il comunicato.