Il progetto di centrale idroelettrica sul Tanaro ipotizzata a valle del ponte ferroviario Asti Nizza è stato al centro del consiglio comunale aperto che si è tenuto martedì in sala consiliare, con la partecipazione dei rappresentanti del "Comitato Cittadini Tanaro e Borbore", i quali hanno illustrato le loro preoccupazioni sul tipo di centrale che s'intenderebbe realizzare. Grande assente è stata la Provincia, cui si è imputata la scelta poco oculata del progetto…
Il progetto di centrale idroelettrica sul Tanaro ipotizzata a valle del ponte ferroviario Asti Nizza è stato al centro del consiglio comunale aperto che si è tenuto martedì in sala consiliare, con la partecipazione dei rappresentanti del "Comitato Cittadini Tanaro e Borbore", i quali hanno illustrato le loro preoccupazioni sul tipo di centrale che s'intenderebbe realizzare. Grande assente è stata la Provincia, cui si è imputata la scelta poco oculata del progetto, ma soprattutto la scarsa volontà di collaborare e di fornire documenti e spiegazioni adeguate alle richieste. «La scheda di progetto è stata presentata ad aprile 2010 e per due anni non se n'è più parlato -? ha detto nel suo intervento Luciano Montanella, presidente del Comitato -? o per lo meno non c'è traccia di discussione».
Mario Tanino, tecnico del Comitato, ha illustrato al pubblico ed al Consiglio le caratteristiche dei tre progetti presentati: per aumentare la quantità d'acqua necessaria ad alimentare costantemente la centrale, il primo progetto prevede che sopra la struttura in cemento vi sia un gommone gonfiabile dell'altezza di 180 cm, che creerebbe un invaso di 280.000 metri cubi, a fronte di quello di soli 65.000 metri cubi formato dal progetto che prevede un gommone di 120 cm di altezza. «L'impianto con altezza superiore ? ha detto Tanino ? aumenterebbe di molto la pressione sulle fognature e sulle falde acquifere ed andrebbe ad interferire con lo scolmatore del depuratore; inoltre avrebbe un rigurgito che arriverebbe sino alla foce del Borbore, mentre gli stessi problemi non ci sarebbero con il gommone da 120 cm. La differenza di resa economica fra i due tipi di centrale sarebbe di soli 3000 euro annui, o forse anche meno: il rischio di esondazione aumenta però di cinque volte nel caso del gommone da 180 cm.»
A proposito dei canoni, Montanella ha sostenuto che dovrebbero essere ripartiti in ragione dell'80% al Comune e del 20% alla Provincia e non al 50%, com'è oggi previsto. Preoccupazioni sono state espresse anche dai rappresentanti dei pescatori, che hanno sostenuto la necessità di salvaguardare la fauna ittica, consentendone il passaggio fra il fiume e l'invaso. Al termine degli interventi dei cittadini, il consiglio comunale ha dato la parola ai suoi membri; si è poi votato all'unanimità un ordine del giorno che impegna il Comune a partecipare con propri tecnici al tavolo istituito dall'Amministrazione Provinciale per la fase di predisposizione del progetto esecutivo, facendosi portavoce dei cittadini, in merito alle osservazioni, richieste di chiarimento e richieste di garanzie circa la sicurezza dell'impianto e circa gli impatti sulla rete fognaria e sullo scarico del depuratore.
A commento della serata, Luciano Montanella afferma: «Ci spiace che la Provincia rifiuti il confronto: non sappiamo ancora nulla del parere legale richiesto dalla Provincia stessa, per cui ci rivolgeremo al Difensore civico regionale per ottenere risposte. Quanto al Consiglio, non siamo soddisfatti, perché ci aspettavamo una presa di posizione più decisa. Al Comitato non interessa quale ditta costruirà la centrale, ma ritiene indispensabile che ci sia ogni sicurezza per gli abitanti della zona: in caso contrario faremo opposizione in ogni modo».
Renato Romagnoli