Saldi tra luci e ombre
Puntuali, come le feste comandate, il compleanno o l’influenza, anche loro tornano; ci sono quelli invernali e quelli estivi: sono i saldi, croce e delizia di acquirenti e commercianti, fonte di attese e aspettative non sempre mantenute per entrambe le parti.
Come riconoscere i saldi
Ad Asti, come nella maggior parte delle regioni italiane, i saldi invernali 2020 sono iniziati lo scorso 4 gennaio e termineranno sabato 29 febbraio e, come ogni anno, sono fioccate raccomandazioni per evitare fregature: confrontare i prezzi scontati con quelli originali; ad esempio, verificare che la merce in saldo sia quella della stagione in corso e non fondi di magazzino; provare i vestiti e controllare gli accessori per vedere che non presentino difetti; conservare lo scontrino perché entro sessanta giorni dall’acquisto (in caso di imperfezioni scoperte a casa) esiste una garanzia; pretendere poi di poter pagare anche con carta di credito (purché il negozio sia convenzionato) e senza aumento di prezzo.
Primo bilancio
A distanza di poche settimane, intanto, si fanno già i primi bilanci che da parte di tanti commercianti non sono troppo rosei. “Quest’anno non si decolla, stiamo riscontrando una flessione del 12-13% rispetto alla scorsa stagione – commenta Daniela, titolare di un negozio di articoli sportivi in centro – siamo molto amareggiati, probabilmente i clienti aspettano ancora ulteriori ribassi o si fanno attirare dalla concorrenza sleale che c’è in giro, dove si propongono sconti impossibili mentre noi, da anni, non offriamo specchietti per le allodole ma qualità e serietà”. Più contenta Sara, commessa di un negozio di abbigliamento maschile e femminile poco più in là. “Soddisfatti, si vende – commenta – ma siamo aperti da pochi mesi quindi senza un metro di paragone.”
Stesso giudizio positivo da parte di Dudu, titolare di un’attività di abbigliamento maschile, prospicente una piazza centrale. “Tutto bene – dice – non mi posso lamentare”.
Lo stesso trend delle scorse stagioni
Ma intanto girando per la città, dalle vetrine coperte da numeri e percentuali, all’interno dei locali si intravede poco movimento.
“Noi abbiamo mantenuto più o meno lo stesso trend delle scorse stagioni – dicono Paola e Aurelia di un negozio centrale di abbigliamento femminile – i nostri sono prodotti per una clientela medio alta e c’è stata solo una minima flessione.
Certo è che adesso stiamo vendendo soprattutto capispalla.” Colpa delle temperature non propriamente rigide, chissà o della crisi, colpa di internet, del black friday, colpa del governo ladro (e neppure piove).
Anche la voce che proviene dal fronte calzature corrisponde. “Benino – dice Vivi, titolare di uno storico negozio del centro – si vende comunque più adesso che a prezzo pieno”.
Confesercenti: “un fuoco di paglia”
Intanto Andrea Visconti, presidente di Confesercenti Asti, conferma: “si era partiti con entusiasmo – commenta – ma si è ridotto tutto a un fuoco di paglia.”
Confcommercio: “Non funzionano più”
“Dalla prima rilevazione dell’andamento dei saldi invernali è emerso, a livello nazionale, un incremento del 2%, mentre ad Asti si è rilevata una riduzione del 5% che, in certi settori (come il tecnologico), sfiora il 10% – spiega il Direttore di Confcommercio Claudio Bruno – inoltre, a causa di vendite speciali, cessate attività, rinnovo locali o temporary shop, i saldi non funzionano più e stanno diventando sempre meno riconducibili alla loro origine di vendite di fine stagione. Anche il black friday, – conclude Claudio Bruno – che all’inizio durava un solo giorno e adesso dura un’intera settimana ha penalizzato ulteriormente i negozianti e li ha obbligati ad adeguarsi alla scontistica applicata dalle grandi catene”.
FederModa: “Spesso non si rispettano le regole”
“E’ soprattutto una questione di sostenibilità – aggiunge Dino Penna Presidente provinciale di FederModa Italia – spesso non si rispettano le regole e mancano i controlli. Nei trenta giorni che precedono il periodo dei saldi, ad esempio, non si dovrebbero fare sconti se non giustificati da rinnovo locali o chiusura attività ma così non è.”
I commenti degli acquirenti
Qualche commento deluso anche dagli acquirenti perché i saldi, come tutto il resto, “non sono più quelli di una volta”, “tirano fuori tanta porcheria” “le cose che avevo visto a dicembre non le ho più trovate” e qualcuno soddisfatto “con quello che ho risparmiato per mia figlia ho comprato anche per me”.
Complici poi i cambiamenti climatici, piumini e cappotti non si acquistano più in autunno ma si aspettano i ribassi, outlet in fase di crescita e vendite online danno una mano e stanno mettendo alla corda le piccole attività che continuando ad acquistare dalle reti ufficiali non possono applicare le loro stesse scontistiche e finiscono per chiudere. “Per noi questo periodo è iniziato bene, – considera Sabrina responsabile di un negozio di abbigliamento per bambini nel corso principale di Asti – soprattutto i primi giorni abbiamo fatto sempre pienone.”
Referendum nazionale
Intanto per andare incontro ai commercianti, lo scorso anno, FederModa Italia ha indetto un referendum nazionale tra i suoi associati per valutare se sia il caso di spostare in avanti di un mese sia i saldi invernali che quelli estivi. La risposta è stata che circa il 60% dei commercianti vorrebbe questo rinvio, “previa proposta alla Regione e qualora le nuove date fossero accettate a livello nazionale – informa Dino Penna – si potrebbe partire con questa novità già dal 202. Per ora, almeno a livello locale, speriamo che il nuovo piano urbano permetta la ricrescita di una città che, altrimenti, è destinata a morire.”
Monica Jarre