Si terrà domani, mercoledì, lincontro fra i sindaci del servizio di scuolabus convenzionato dei comuni di Cocconato (capofila), Piovà, Aramengo e Passerano. Spinosissimo largomento
Si terrà domani, mercoledì, lincontro fra i sindaci del servizio di scuolabus convenzionato dei comuni di Cocconato (capofila), Piovà, Aramengo e Passerano. Spinosissimo largomento allordine del giorno: la questione dei due ragazzi (uno di 20 anni e laltro di 14), entrambi stranieri, che dallinizio delle lezioni, cioè da settembre, non possono usufruire del servizio scuolabus da Passerano a Castelnuovo per frequentare entrambi listituto professionale Andriano. Uno di loro è Ali Ramjan, di origine bengalese, profugo richiedente asilo politico in Italia dal luglio 2014, prima destinato allostello di Capriglio e oggi ospitato a Passerano.
Laltro è un ragazzo peruviano di 14 anni, regolarmente residente a Passerano iscritto al primo anno dellAndriano. Per entrambi raggiungere la scuola ogni mattina è un problema, senza mezzi pubblici. Ali ha usato qualche volta la bicicletta per andarci e poi si affida ai passaggi in auto della presidente dellEcomuseo Basso Monferrato, Elisabetta Serra e di altri operatori delle case di accoglienza. Per un periodo è stato anche portato dal vicesindaco di Passerano mentre si recava in stazione a Villanova per andare a lavorare. Per il ragazzo peruviano il viaggio non sarebbe un problema, perchè viene portato dal padre che però, dovendo essere al lavoro alle 8 a Torino, lo lascia alle 6,30 davanti alla porta dellistituto. E con queste mattinate di gelo lattesa di quasi due ore per entrare in classe ha delleroico.
Per lui si tratta di scuola dellobbligo e dunque dovrebbe essere messo nelle condizioni di poterci andare autonomamente, non essendo Passerano servito da altri mezzi pubblici di linea. Per Ali non si parla più di scuola dellobbligo ma, sulla base di un protocollo stilato fra la Prefettura di Asti e lassociazione Bma che ce lha in carico, può ricoprire la figura di volontario accompagnatore. Considerato che a Passerano non si è fatto avanti nessun altro per questo tipo di incarico, la presenza di Ali sullo scuolabus sarebbe più che motivata e giustificata. Eppure finora, a nessuno dei due ragazzi è stato concesso di salire sullo scuolabus. Il comune di Passerano, ora in silenzio stampa su questa vicenda, aveva motivato lesclusione dal servizio sulla base del fatto che lo scuolabus è omologato per il trasporto di bambini frequentanti scuole elementari e medie, non scuole superiori (per quanto riguarda il ragazzo peruviano) e non per ragazzi sopra i 16 anni (per quanto riguarda Ali).
Quella che era partita come una questione burocratica ha assunto contorni di vero e proprio scontro che ha contrapposto lamministrazione di Passerano allassociazione Bma. La quale ha anche proposto delle soluzioni alle obiezioni sollevate, prima fra tutte la richiesta di modifica dellomologazione come fatta da un Comune vicino che aveva lo stesso problema con due suoi ragazzi residenti che frequentano anche loro lAndriano. La presidente del Bma, Elisabetta Serra, ha sottolineato che un diritto importante come quello allo studio deve essere sostenuto anche dalle condizioni logistiche per fruirne, senza dover mendicare passaggi in auto a destra e sinistra, seppur chi li offra sia animato dalle migliori intenzioni. Il sindaco Davide Massaglia non ha voluto rilasciare dichiarazioni circa le intenzioni future del Comune di Passerano per uscire da questa vicenda che ha attirato sulla sua amministrazione accuse di scarsa sensibilità verso gli stranieri e i profughi.
Bocca cucita anche per un altro sindaco della convenzione, Cristiano Massaia di Aramengo mentre il primo cittadino di Piovà Antonello Murgia non esprime contrarietà ad una soluzione che possa permettere ai due ragazzi di usufruire del servizio, sempre ovviamente nel rispetto della legalità e delle prescrizioni. Stupita e amareggiata per la vicenda si è dichiarata Monica Marello, sindaco di Cocconato, Comune capofila, colei che ha indetto la riunione di domani. Per lei si tratta di una bufera e di uno scontro che non ha alcun senso di esistere. «Questa vicenda doveva e poteva essere risolta sul nascere, senza arrivare a fomentare discussioni così pesanti. Si tratta di una mera questione tecnica della quale si doveva discutere pacificamente e tranquillamente senza accuse sui giornali. Ora proveremo a vedere quel che si può fare e a ripianare le animosità suscitate».
Daniela Peira