Donne sul palco intervistate da un uomo: ieri sera primo appuntamento del FestivaLieve in anteprima al lungo week end che porterà ad Asti grandi nomi dello spettacolo e della cultura italiane.
Ma ieri tutti gli occhi erano per lei, Simona Ventura, intervenuta nel talk dal titolo “Donne per le donne” in occasione della giornata contro la violenza sulle donne.
Ed è stata proprio lei, sollecitata dal compagno Giovanni Terzi nelle vesti di intervistatore, a dare una spiegazione dell’aumento del numero di violenze e, purtroppo, di femminicidi, ultimo atto di un percorso pericoloso fin dal suo inizio.
«Mi sono chiesta spesso cosa scatti per trasformare quello che è stato un amore in una situazione che può portare alla morte. Cosa succede di tanto grave da uccidere la persona di cui ti sei innamorato e che hai amato e con la quale spesso hai anche avuto dei figli? – ha detto la Ventura – e la risposta che ho trovato è una sola: questione di educazione. Le generazioni di uomini sopra i 45 anni sono cresciuti in famiglie dove la madre era l’angelo del focolare, punto di riferimento di tutti i componenti della famiglia ma senza un ruolo fuori da quel contesto».
Arrivando a ricordi molto personali: «Mia madre mi ha imposto poche cose, ma su una è sempre stata categorica: “Devi renderti economicamente indipendente”. E devo dire che aveva assolutamente ragione e ci vedeva lungo perchè la dipendenza economica è uno dei fattori scatenanti della soggezione di una donna con o senza figli, ad un uomo che la maltratta».
Ma, e questo è stato il suo appello: «Le nuove generazioni possono crescere in modo diverso. Insegniamo ai nostri figli il rispetto per le scelte lavorative ed economiche delle donne. E insegniamo loro anche l’arte del compromesso, fondamentale in una coppia».
Altro appello è verso le istituzioni affinchè finanzino maggiormente le norme contenuto nel Codice Rosso a favore delle donne vittime di violenza.
Con lei sul palco Elisa Pietragalla, Loretta Bologna (rispettivamente a capo degli assessorati delle Politiche Giovanili e del Turismo e manifestazioni del Comune di Asti) e Liliana Allena, imprenditrice e presidente dell’Ente Fiera del Tartufo di Alba, prima donna a guidare l’importante “macchina” organizzatrice dell’evento mondiale dedicato al tartufo. E in videocollegamento l’ingegner Paola Malabaila, presidente del consiglio delle regioni dei costruttori edili italiani.
La Bologna ha risposto accanto alla collega Pietragalla, alle domande sulle donne in politica: «Abbiamo bisogno di una “quota rosa” imposta per legge per partecipare ai processi politici decisionali e dobbiamo lavorare il doppio degli uomini per dimostrare cosa siamo in grado di fare. Se poi una donna che scende in politica è anche carina, deve lavorare il triplo. Le donne sono continuamente scoraggiate a fare politica, a partire dalle famiglie di origine. Invece – ha concluso – la nostra visione del mondo all’insegna della mediazione e dell’organizzazione di più sfere contemporaneamente, è utilissima nella gestione della cosa pubblica».
Ha parlato di meriti e capacità professionali al di là del sesso di appartenenza la presidente Liliana Allena, che ha raccontato come, anche nella sua carriera lavorativa, pur ricoprendo ruoli apicali «Quando ad una riunione in cui sono l’unica donna si decide di fare la pausa caffè, tutti si voltano a guardarmi aspettandosi che mi alzi e lo serva».
Aneddoti anche da Paola Malabaila: «Sono stata una delle uniche tre studentesse iscritte ad ingegneria all’epoca dei miei studi e ho lavorato tutta la vita in un mondo di uomini. E’ stato difficile far accettare che potevo fare le loro stesse cose, sono stata messa continuamente alla prova dai miei collaboratori, dai miei dipendenti, dai miei fornitori. Ma oggi sono contenta del risultato raggiunto anche se credo che lo Stato, se davvero tiene alla carriera delle donne, debba assolutamente mettere in piedi dei servizi di assistenza ai figli che consentano ad una donna di andare a lavorare serena». Lei che ha qualche fatica ad accettare la sua professionalistà: «Spesso nei convegni, al momento della presentazione, gli uomini vengono annunciati con il loro titolo di studio, tipo ingegnere, dottore, architetto ma quando arrivano a me sono la “signora” Paola Malabaila. Oppure, quasi che un ingegnere donna stoni troppo, mi chiamano “architetto”. Ovviamente senza alcuna critica personale verso i colleghi architetti. Ma sembra una professione più consona ad una donna. E io ci sorrido su».
Chiusura di talk con i ringraziamenti entusiasti di Simona Ventura che ha ricevuto in regalo bottiglie di Moscato d’Asti docg, Barbera d’Asti docg ma soprattutto un tartufo da lei apprezzatissimo ricordando che ad Asti venne, 35 anni, ad un concerto di Vasco Rossi accompagnata dalla madre.