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Sindaci, si valuta il quarto mandato

Nei paesi dell’Unione collinare “Vigne&vini” la fine del vincolo dei tre mandati permetterebbe alcune ricandidature. Isnardi: «Meglio darsi un termine»

Si apre la possibilità di un quarto mandato per i sindaci dei paesi sotto i 5 mila abitanti e, per il territorio dell’Unione collinare “Vigne&vini”, significa che 3 dei primi cittadini uscenti potrebbero ricandidarsi. «La notizia ci ha un po’ spiazzati – commenta Manuela Bo (foto sotto), alla guida di Bruno da 15 anni – Se inizialmente pensavo che sarebbe stato naturale concludere quest’anno il mio percorso amministrativo, ultimamente sto parlando con molte persone e ammetto di non essere più così certa di questa posizione». Precisa però di aver intenzione di valutare ancora prima della decisione effettiva.

Tanti, di certo, i fattori in gioco: «C’era questa idea di promuovere dei giovani, ma forse far loro da supporto dall’interno può essere la soluzione migliore. Occuparsi anche di una piccola comunità come quella di Bruno non è facile, e molte delle capacità indispensabili per coordinare un ente pubblico si imparano solo con l’esperienza». Altrettanto in fase di valutazione della propria posizione è Giovanni Spandonaro (foto in alto), primo cittadino di Mombarzzo e veterano, di fatto, tra i sindaci della provincia di Asti: è in carica, con l’esclusione di un singolo mandato, dal 1980.

«Penso che quella di Anpi e Anpci sia stata una rivendicazione giusta – riflette – Soprattutto nei piccoli comuni, trovare qualcuno che abbia voglia di occuparsi della cosa pubblica è sempre più difficile, e di sicuro l’esperienza è rilevante». Lancia una frecciata a chi critica il suo lungo percorso amministrativo: «Sia io che molti colleghi spesso ci siamo ricandidati più volte perché avevamo capito che la gente apprezzava il nostro lavoro».

L’unico ad aver già deciso per il “no”, indipendentemente dalle novità legislative, è il sindaco Fabio Isnardi (foto sotto) di Calamandrana: «Giusto non ci siano limiti, ma poi ognuno deve sapersi porre un termine, come i calciatori che a un certo punto appendono le scarpe al chiodo». C’entrano, nel suo caso, le voci di una candidatura alle elezioni regionali? «In realtà una cosa non esclude l’altra. Ho dato, sì, la disponibilità al Partito Democratico per la Regione, ma a Calamandrana so che si candiderà una persona valida e meritevole». A frenare tutti è Spandonaro, che punta il dito sulle questioni tecniche: «I decreti devono essere convertiti in legge e i 60 giorni stabiliti non sono ancora trascorsi».

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