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Attualità

Sindaco ostaggio del patto di stabilità
«Con l'elmetto a reggere la baracca»

Alle casse comunali tra i 4 e i 6 milioni in meno. «La situazione è allarmante», dichiara il sindaco Brignolo. Che annuncia nuovi tagli e la possibilità di ritoccare i servizi. Il patto di stabilità è il vero problema che impedisce ai Comuni di spendere anche il necessario. Rischiamo di finire come Alessandria? Il sindaco tranquillizza spiegando che non ci sono rischi di finire in rosso

«E’ bene che tutti sappiano qual è la situazione. Si tratta di un quadro estremamente allarmante perché, in base alle disposizioni vigenti, sul bilancio del prossimo anno il Comune perderà, nella migliore delle ipotesi, 4 milioni 787 mila euro e, nella peggiore, 6 milioni 700 mila euro, cifre che andranno ad incidere sulle spese di parte corrente». E’ così che il sindaco Fabrizio Brignolo annuncia l’ennesima tegola che sta per colpire il Comune di Asti a causa dei tagli statali. L’amministrazione comunale dovrà quindi stringere la cinghia, ammesso che ci sia ancora qualcosa di cui si possa fare a meno, ma sempre che la Legge di Stabilità non venga modificata a tutela degli enti locali. C’è da preoccuparsi? Sì perché, essendo il bilancio del Comune (parte corrente) di circa 70 milioni di euro di cui 24 già impegnati per pagare il personale e altrettanti destinati ai trasferimenti all’Asp e Gaia la capacità di manovra dell’ente si aggira sui 22 milioni di euro.

E’ da questi che il Governo taglierà la nuova quota di finanziamenti. Questo significa mettere a serio rischio l’erogazione dei servizi o, ipotesi non meno rosea, un aumento della pressione fiscale.
«La situazione si presenta come emergenza vera e propria – puntualizza Brignolo – perché si esce dall’idea di fare delle piccole modifiche sulle spese in quanto, se si incide per un quarto sul margine di discrezionalità dell’ente, saremo costretti a operare interventi incisivi di tipo strutturale». Brignolo è ancora relativamente tranquillo e fa sapere che «non è il caso di farsi prendere dal panico» ma annuncia «un piano complessivo di interventi per affrontare questo problema con il metodo della condivisione». Prima di andare a toccare dei servizi il sindaco intende confrontarsi con le realtà cittadine. «Vogliamo predisporre un bilancio che consenta di tenere in piedi i conti del Comune e che garantisca i servizi essenziali che non si possono sospendere, mantenendo alta l’attenzione sulle politiche sociali e sui temi del lavoro. Chiederemo uno sforzo a tutti, – conclude il sindaco – l’anno prossimo saremo con l’elmetto a reggere questa baracca».

Il primo cittadino passa poi la palla ai parlamentari astigiani auspicando un loro intervento di soccorso e annuncia inoltre una mobilitazione degli enti locali finalizzata ad informare la cittadinanza e a chiedere al Governo di aggiustare la manovra. Brignolo, però, attacca alcune leggi introdotte da Monti contestandole nel metodo e nel merito. «Come la Tares che obbliga i Comuni a maggiorare la tassa rifiuti dello 0,30% (per un valore di circa 1,5 milioni) permettendo però all’ente di aumentarla anche fino allo 0,40% lasciando in cassa il resto dei soldi incamerati. Questa ci sembra una presa in giro degli enti locali». Anche l’assessore al Lavoro Marta Parodi parla della situazione in termini preoccupanti. «Una delle priorità di questa amministrazione è non fare la stessa fine di Alessandria – esordisce –  Abbiamo due bombe nella finanza pubblica: da una parte i tagli ingenti a fronte di alcuni escamotage come far aumentare le tariffe locali e dall’altra i vincoli del patto di stabilità. Quest’ultimo è un meccanismo devastante per il Comune perché ti impone di bloccare spese che ti puoi permettere e impedisce investimenti strategici».

Il patto è inoltre sovradimensionato perché non tiene conto delle ridotte capacità di spesa dei Comuni. «Poi c’è la legge che ti obbliga a pagare i creditori a 30 giorni ma senza spendere più di un tot a causa dei vincoli del patto di stabilità. Così sei costretto a dilazionare nel tempo i pagamenti ai creditori, ovvero alle imprese, creando una situazione insostenibile per l’economia del territorio». Anche davanti a situazione di emergenza il patto di stabilità non conosce deroghe (dissesto idrogeologico, edilizia scolastica) e questo crea ulteriori criticità in un Comune virtuoso ma con le mani legate. L’8 novembre ad Asti si è tenuto un convegno dell’Anci durante il quale sono emerse alcune esigenze per salvare la situazione prima che sia troppo tardi. «Non chiediamo di abolire il patto di stabilità – spiega l’assessore Parodi – ma di riequilibrarlo; chiediamo maggiori eccezioni ovvero che alcune capacità di spesa possano essere derogate al patto stesso come gli interventi sull’edilizia scolastica.

Anche il dissesto idrogeologico dev’essere affrontato in deroga e inoltre chiediamo di escludere dai vincoli tutte le spese che vanno a cofinanziare progetti europei. Infine chiediamo che vengano riconteggiati gli oneri di urbanizzazione nelle spese di parte corrente». Queste richieste sono state inserite in una delibera di Giunta che verrà trasmessa al Cal, in Regione e al Parlamento. Su un punto, però, sembrano non esserci dubbi, ovvero sulla necessità di non parlare solo di numeri ma anche di persone. Ne è convinto l’assessore ai Servizi Sociali Piero Vercelli che torna a chiedere scelte opportune in un momento di crisi come quello attuale. «Un buon governo deve fare i conti con la realtà e il metodo giusto di fare delle scelte è attraverso la partecipazione».

Riccardo Santagati
twitter: @riccardosantaga

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