Stagione anticipata, i noccioleti fioriscono
«In inverno, come ci ricordano i nostri vecchi, ci deve essere inverno. Le temperature di questi giorni sono l’opposto della stagione fredda». Pietro Bosca, tecnico Coldiretti, di stagioni ballerine ne ha viste tante. «Adesso siamo di fronte a cambiamenti repentini – dice – Nel giro di pochi anni l’ordine delle cose viene sovvertito senza che la natura abbia armi con le quali difendersi». Come definire, se non “anomali”, i 18 gradi con punte di 20 registrati tra lunedì e martedì sulle colline da nord a sud dell’Astigiano?
Alberi mai entrati in “letargo”
Sole caldo che picchia su rami e arbusti mai entrati veramente in quel letargo che, da sempre, caratterizza i mesi che vanno da novembre a febbraio. «Le somme si tirano alla fine – sintetizza, con proverbiale prudenza piemontese – E’ ancora presto per fare previsioni. Febbraio potrebbe rivelarsi positivo se solo cambieranno le condizioni climatiche». Le “condizioni” di cui parla Bosca sono neve e freddo. Il manto bianco, da sempre, è l’incubatore di primavere ed estati ricche di soddisfazioni. Chi ha i capelli bianchi ricorderà le coltri di cristalli che, da fine novembre sino ai primi di marzo, ricoprivano le campagne. Sotto, la terra rimaneva protetta, al caldo, lasciando penetrare l’acqua che il disgelo faceva scorrere in benefiche rugge capaci di alimentare riserve acquifere sotterranee basilari per affrontare senza intoppi l’estate.
Novembre mese con tanta pioggia
«Partiamo da novembre. E’ stato un mese con tanta pioggia, troppa. Poi, sono venuti dicembre e gennaio senza precipitazioni degne di questo nome – analizza il tecnico Coldiretti – Se continua su questa falsariga i problemi ci saranno, eccome». Intanto, la campagna deve già fare i conti con le prime fioriture precoci. «In alcune località il nocciolo sta mettendo le prime gemme. Nel cuneese si muovono anche gli alberi da frutto. Il vento caldo, lo scirocco o il foehn, non sono certamente ideali per la campagna in questo momento».
Per ora la vite non soffre
La vite, al momento, non soffre di quest’anomalo germogliare. «Anche se – conferma Pietro Bosca – la sua necessità, come tutte le piante arboree, è la neve che rigenera le riserve d’acqua del sottosuolo. Se mancano queste si rischia lo stress idrico più avanti». Temperature gelide, «non i -2 o -3 gradi di qualche mattina» ironizza Bosca, che influiscono anche sulla vita degli insetti. «Prendiamo la cimice asiatica, da noi particolarmente attiva nei noccioleti. Ebbene, le temperature di quest’inverno sono manna per questo insetto. Le campagne ne sono piene, chi vive a ridosso delle coltivazioni ha case infestate da cimici: non fa freddo, loro proliferano e continuano la propria opera distruttrice senza che limitatori naturali possano contrastarla».
Se arriverà la neve si recupererà il tempo perduto
Febbraio potrebbe, comunque, recuperare ancora quanto non fatto dai “gemelli” che lo hanno preceduto. «Se arriverà il freddo, senza sbalzi termici, e soprattutto la neve in questo mese potremmo recuperare il tempo perduto – annota il tecnico Coldiretti – Tenendo presente che, a marzo, la natura tutta si risveglia». Nei prati, intanto, i pomeriggi insolitamente miti hanno portato alla comparsa dei primi fiorellini. «Ribadisco: per tirare le somme è ancora presto – chiosa – Speriamo in un ristabilirsi delle condizioni climatiche in pochi giorni».