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Terremoto in Azione Asti: Fogliati si dimette da segretario provinciale, Florio diventa commissario

Passo indietro nel tentativo di “ricomporre l’unità”, ma l’ex candidato a sindaco Demaria risponde a tono mentre il coordinatore cittadino Lucia è pronto a lasciare l’incarico

Tutto può essere definito tranne un fulmine a ciel sereno quello che sta succedendo in Azione Asti: l’avvocato Fausto Fogliati ha rassegnato le dimissioni da segretario provinciale e il coordinatore cittadino è in procinto di fare altrettanto. Dimissioni, quelle di Fogliati, che erano nell’aria già da tempo e che sono state rese pubbliche solo ieri, martedì, non dal diretto interessato, ma dall’ex sindaco di Asti Luigi Florio nominato dalla direzione nazionale di Azione quale nuovo commissario provinciale.

Più che dimissioni a sorpresa si tratta dell’ultimo atto di una vicenda squisitamente politica che ha visto all’interno di Azione Asti due correnti, due modi di portare avanti la campagna elettorale del candidato a sindaco Marco Demaria, ma anche due visioni gestionali evidentemente poco affini tra loro: una vicina a Fausto Fogliati e alla segretaria regionale, l’altra più legata all’ex sindaco Luigi Florio e ad altri tesserati contrari alle linee guida sostenute dall’ex segretario provinciale.

«Ringrazio Carlo Calenda, Matteo Richetti ed Enrico Costa per la fiducia accordatami – commenta Florio – mi adopererò, in questo momento assai difficile per il nostro Paese, per fare in modo che dalla provincia di Asti, in occasione delle imminenti elezioni politiche, venga un consistente supporto ad Azione, strenuo sostenitore dei principi di democrazia, libertà e solidarietà che sono all’origine del nostro Stato, dell’Unione Europea e della nostra adesione all’Alleanza Atlantica».

Quindi un passaggio di consegne indolore? In realtà no dal momento che in una lettera datata 20 luglio, scritta da Fogliati agli stessi Calenda, Richetti, ma anche al segretario regionale Susta e al presidente regionale di Azione Lubatti, l’ex segretario provinciale precisa di «aver formalizzato le dimissioni il 19 luglio al Consiglio direttivo di Azione Asti», ma di aver ricevuto «l’invito della maggioranza dei presenti a ritirarle». Non solo. «Essendomi stato rappresentato come imprescindibile l’avvicendamento alla guida del piccolo partito astigiano per ricomporre l’unità, – scrive ancora Fogliati – nell’interesse esclusivo di quest’ultimo ritengo di confermare detto intendimento».

Quindi dimissioni, ma a seguito della mancanza di un’unità percepita dentro e fuori dal partito fin dalla candidatura a sindaco di Marco Demaria. Una spaccatura tra due correnti diverse in disaccordo non solo sulle modalità con cui venne deciso il candidato che avrebbe sfidato Maurizio Rasero, ma anche su altre questioni di ruoli e competenze. E non ha avuto molta importanza che il nome di Demaria, non espresso da tutti i tesserati locali, sia stato invece confermato e sostenuto dalla segreteria regionale e da quella nazionale. Una spaccatura portata avanti anche sulla leadership di Fogliati che aveva cercato di creare un terzo polo astigiano, insieme ad Angela Motta di Italia Viva, salvo poi “accontentarsi” di viaggiare “solo” con Più Europa e Volt, senza il partito di Renzi.

Un diètro frónt dei renziani che ha avuto senza dubbio un suo peso, in termini negativi, sull’esito delle elezioni comunali e che ha generato ulteriori tensioni dentro Azione poi culminate con le dimissioni di Fogliati. Come se non bastasse, anche il coordinatore cittadino Federico Lucia è pronto a rassegnare le dimissioni.

Lucia, infatti, sta per fare un passo indietro da coordinatore cittadino (che in realtà è una figura molto vicina a quella di un commissario) e questo perché, spiega, «non ha molto senso avere, in un territorio relativamente piccolo come quello astigiano, un commissario provinciale e un altro cittadino». In più lo stesso Lucia non nega di aver avuto pochissime occasioni di confrontarsi con Florio («non l’ho praticamente mai sentito né prima né durante la campagna elettorale»). «L’intenzione di Florio, che avrebbe potuto dare un importante contributo alla campagna elettorale, sarebbe quella di aprire Azione ai giovani, come da lui dichiarato,- precisa Lucia – Ma questo è esattamente ciò che già stavamo facendo avendo espresso un candidato a sindaco giovane e avendo chiesto ai giovani di partecipare attivamente al progetto politico di Azione Asti. Quindi non riesco molto a capire il senso di questo commissariamento. Comunque resterò tesserato di Azione e continuerò a militare nel partito fino a quando Azione continuerà ad avere il suo progetto politico, i suoi valori e le sue priorità».

Come da prassi il neo commissario Florio ringrazia Fogliati per il lavoro svolto, ma guarda oltre e in particolare all’appuntamento delle elezioni di fine settembre. «Cercheremo l’attenzione sia dei giovani – annuncia Florio – i quali sono oggi quasi sempre indotti a tenersi lontani da ogni attività politica, sia dei meno giovani, le cui esperienze sono preziose per approfondire e cercare di risolvere i tanti problemi della nostra società».

Gli stessi giovani che il candidato a sindaco Marco Demaria ha voluto nella sua squadra e che oggi commenta così le prime dichiarazioni del commissario: «Sono parole che suonano un po’ vuote dette da una persona che ha contestato proprio un progetto politico fatto di giovani e per una città diversa. Forse possiamo considerarlo un ravvedimento un po’ tardivo anche se io non ne faccio una questione di rottamazione perché, secondo me, occorre un giusto equilibrio tra età e sensibilità differenti. In ogni caso sono molto affezionato ad Azione, che considero il mio partito, e sono pronto a confrontarmi con Florio ascoltando le sue proposte. Comunque – conclude Demaria – spero che non si voglia smantellare un progetto politico che ha già iniziato un suo percorso di confronto con l’attuale amministrazione, ad esempio sul dossier Asti Capitale della Cultura».

Ma sarà la volta buona che dentro Azione venga sepolta l’ascia di guerra? Secondo alcuni lo si potrà sapere solo dopo il 25 settembre, anche se nessuno è pronto a scommettere che non ci saranno ulteriori problemi lungo la rotta.

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