Turismo dopo il Covid-19: l’analisi del direttore dell’Ente Langhe Monferrato Roero
Mauro Carbone è il direttore dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, il punto di riferimento principale per il settore turistico dei tre territori che lo contraddistinguono. Gli abbiamo chiesto di anticiparci le mosse che l’Ente farà per aiutare gli imprenditori a rimettersi in piedi al termine del lockdown.
«Prima di tutto è necessario vedere le regole che ci saranno nella Fase 2 e cosa significherà applicare tutti i protocolli di sicurezza nel mondo del turismo. Protocolli – ricorda Carbone – che interesseranno hotel, ristoranti, musei e l’organizzazione di eventi. Ad esempio: cosa vorrà dire fare il distanziamento sociale in un albergo? E in un ristorante? Di certo sarà molto importante per le imprese trovare delle soluzioni a problemi che non avevano mai immaginato di dover affrontare. Ma, attenzione, anche dopo l’11 settembre sembrava che nessuno dovesse più prendere un aereo, eppure così non è stato».
Cresceranno i servizi “delivery”
Poche le certezze in attesa di leggere i nuovi decreti e le successive circolari, ma qualche idea già c’è e anche l’Ente del turismo si sta muovendo per approfondire vari aspetti dei servizi che saranno intensificati nella Fase 2. «Si sta pensando molto al delivery, vale a dire alla consegna a domicilio dei pasti, compresi quelli gourmet. Magari sarà un po’ difficile ordinare un piatto di tajarin perché devono essere serviti subito, ma altre specialità saranno recapitabili senza troppi problemi. Più difficile capire come gli alberghi dovranno sanificare e igienizzare le camere e questo comporterà oneri aggiuntivi. E gli ascensori? Si potranno usare? Vedremo ancora le colazioni a buffet? Forse no e probabilmente la soluzione più semplice sarà prevedere porzioni confezionate».
Se ristoratori e albergatori dovranno garantire il massimo della sicurezza possibile per i clienti, ma prima ancora per il personale, nulla si sa di come saranno gestiti gli eventi e le manifestazioni che attirano i turisti sui territori. «L’obiettivo, ora, è salvare almeno un po’ la stagione e vedere se tra agosto e settembre si trovi il modo di ripartire in maniera più strutturata. Bisogna, però, sapere verso quale mercato ci rivolgiamo perché quello statunitense sarà fermo per quest’anno. Se parliamo solo di quello italiano non è proprio una bella prospettiva. Speriamo almeno negli svizzeri e nei tedeschi del sud che sono entrambi abbastanza vicini da poter venire nei nostri territori in auto. Tutto il mercato di lungo raggio non ci sarà, ma quello di vicinanza sì e dobbiamo ottimizzarlo per portare a casa il più possibile».
La strategia sulla comunicazione
Quale può diventare, quindi, la strategia di comunicazione in quella che si accinge ad essere una vera battaglia tra territori per strapparsi fino all’ultimo turista?
«Innanzitutto i territori come i nostri, con piccoli paesi e attività outdoor saranno più ricercati delle tradizionali mete turistiche – spiega Carbone – A noi basta raccontare con molta sincerità chi siamo e cosa offriamo; in tutta onestà gli assembramenti non sono mai stati il nostro problema mentre se penso ai luoghi tradizionalmente affollati… tanti auguri. Ma d’altro canto se parliamo di una clientela italiana ci rivolgiamo a persone che sanno benissimo dove si possono trovare le code, ad esempio nelle città d’arte, e dove invece non ci sono».
Insomma, ciò che per molto tempo sono stati i punti di debolezza dell’Astigiano potrebbero rivelarsi punti di forza utili a far ripartire, gradualmente, il turismo tra le colline del Monferrato. Pur con tutte le incognite del caso.