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Un codice anticorruzione in Comune
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Un codice anticorruzione in Comune

Un Codice di comportamento per prevenire fenomeni di corruzione, di qualsiasi genere, sta per essere adottato dal Comune e, presto, dovrà essere rispettato da tutti i dipendenti con contratto a tempo

Un Codice di comportamento per prevenire fenomeni di corruzione, di qualsiasi genere, sta per essere adottato dal Comune e, presto, dovrà essere rispettato da tutti i dipendenti con contratto a tempo indeterminato (o a termine), collaboratori, consulenti (con qualsiasi tipologia di contratto o incarico) ma anche da chi ricopre incarichi in uffici di diretta collaborazione col sindaco, assessori, nonché dai collaboratori di imprese fornitrici di beni o servizi che realizzano opere in favore dell'amministrazione. Scade oggi alle 12 il termine utile per far pervenire al Segretario generale del Comune proposte e osservazioni sulla bozza del documento che è già stato predisposto dagli uffici con 16 articoli volti a formalizzare il comportamento cui i dipendenti devono attenersi con il pubblico, con gli organi di informazione e durante le ore di servizio. Il Codice spiega inoltre quale atteggiamento dev'essere tenuto nel caso si ricevessero regali o altri compensi riferiti all'incarico comunale. Non solo. Indica anche quali sono gli organi di controllo che vigilano sull'applicazione delle norme (viene identificato un apposito Responsabile della prevenzione della corruzione) e le eventuali sanzioni per violazioni gravi o reiterate.

Il Codice è stato predisposto ai sensi dell'art. 54, comma 5, del decreto legislativo 30/03/2001 n. 165 e nel rispetto delle linee guida contenute nella delibera del 24/10/2013 n.75 della Commissione per la valutazione, trasparenza e integrità delle amministrazioni pubbliche (Autorità Nazionale Anticorruzione). Nella bozza, all'art. 3 (principi generali) è scritto che il dipendente comunale «adegua il proprio comportamento ai principi di integrità, correttezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, trasparenza, equità e ragionevolezza e agisce in posizione di indipendenza e imparzialità, astenendosi in caso di conflitti di interesse». Nell'art. 4 (regali e compensi) si ricorda il divieto «di chiedere o sollecitare, per sé o per altri, regali o altre utilità» ma si riconosce al dipendente il diritto «di accettare regali di modico valore, effettuati occasionalmente, nell'ambito delle normali relazioni di cortesia e delle consuetudini internazionali».

Per questi regali, «che possono essere accettati solo in occasione delle festività natalizie e pasquali» viene fissato un tetto economico totale di 150 euro annui (anche sotto forma di sconti o altri titoli sostitutivi del denaro) ma, in ogni caso, «è vietato accettare per qualsiasi importo somme di denaro o preziosi». Il dipendente che fosse omaggiato di doni fuori dai limiti concessi deve subito restituirli e segnalare l'accaduto, per iscritto, al Responsabile anticorruzione. L'impiegato non può inoltre accettare «incarichi di collaborazione da soggetti privati che abbiano, o abbiano avuto, nel biennio precedente, un interesse economico significativo in decisioni o attività inerenti l'ufficio di appartenenza». Per interessi economici si intende, tra le altre cose, l'affidamento di concessioni, autorizzazioni, permessi che comportino arricchimento patrimoniale o esercizio di attività economiche; affidamenti di incarichi di consulenza o di collaborazione professionale; affidamenti di appalti, sub appalti, cottimi fiduciari o concessioni di lavori, servizi o forniture; la concessione di sovvenzioni, contributi e ausili finanziari o l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere.

Entro 30 giorni dall'adozione del Codice il dipendente deve comunicare al dirigente «l'appartenenza ad associazioni e organizzazioni che svolgono attività nello stesso settore di competenza dell'ufficio di appartenenza» e, nel caso sorgessero conflitti di interesse, deve tempestivamente, e per iscritto, informarne il dirigente specificando il motivo per cui si astiene dal compiere il proprio lavoro. La bozza del Codice prevede che tutti i dipendenti del Comune siano chiamati a prevenire episodi di illeciti «segnalando eventuali fenomeni di corruzione o di grave irregolarità di cui abbiano avuto riscontro o di cui siano a personale conoscenza» ma sempre con la garanzia di restare anonimi. I dipendenti inoltre «mantengono riservate notizie e informazioni apprese nell'esercizio delle proprie funzioni e si astengono da dichiarazioni e comportamenti che possono nuocere al prestigio e all'immagine del Comune».

All'art. 10 il Codice prescrive che i dipendenti utilizzino attrezzature, macchinari e beni in dotazione «solo per scopi legati ad esigenze di lavoro, evitando inutili sprechi, consumi e danneggiamenti» ma è anche vietato trasportare terzi sulle auto di servizio, se non per motivi d'ufficio, o usare le linee telefoniche «per fini personali» e, nel caso si ricevessero telefonate private, «le linee devono essere utilizzate per il tempo strettamente necessario». Non meno controllata è l'effettiva entrata in servizio che, «salvo casi eccezionali e motivati e previa l'autorizzazione del dirigente deve avvenire nella sede dell'ufficio di appartenenza». Ugualmente l'impiegato, dopo aver timbrato il badge, «si astiene da compiere attività che ritardino l'effettiva presa di servizio; non abbandona la sede di lavoro senza la preventiva autorizzazione del dirigente e senza aver preceduto alla timbratura in uscita». In più il Codice sottolinea come, durante le attività esterne, «siano vietate commissioni di alcun tipo per attività non lavorative».

I rapporti con il pubblico (art. 11) devono essere «improntati alla cortesia, al rispetto e alla professionalità» ma viene inoltre suggerito di usare «un linguaggio chiaro e semplice, consono all'attività svolta, assicurando la massima disponibilità e collaborazione con l'utenza». E ancora: gli impiegati «non rilasciano dichiarazioni agli organi di stampa ed ai mezzi di comunicazione né effettuano altre esternazioni pubbliche se non previamente ed espressamente autorizzati». I dipendenti cui vengono contestate gravi o reiterate violazioni possono essere licenziati mentre altri soggetti, non direttamente alle dipendenze del Comune, possono essere colpiti dalla revoca dell'incarico di consulenza, collaborazione o all'immediata risoluzione del contratto siglato con l'ente. «Questo è un bel passo in avanti al contrasto interno ad eventuali fenomeni di corruzione – commenta l'assessore alla Legalità Alberto Pasta – Ma è anche uno strumento per dare maggiore trasparenza nei confronti dei cittadini. E' nostra intenzione rendere operativo il Codice già a partire da gennaio».

Riccardo Santagati

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