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Attualità

Unesco, ora che fare? «Attesi
milioni di turisti, occorre far rete»

La tanto attesa dichiarazione delle colline del vino a patrimonio dell’umanità è arrivata e il pensiero di tutti ora corre alla straordinaria opportunità turistica che questo significa. Ma, nel dettaglio, cosa significa essere sito Unesco? Lo abbiamo chiesto a Pier Paolo Pontacolone, console astigiano del Touring Club Italia…

La tanto attesa dichiarazione delle colline del vino a patrimonio dell’umanità è arrivata e il pensiero di tutti ora corre alla straordinaria opportunità turistica che questo significa. Ma, nel dettaglio, cosa significa essere sito Unesco? Lo abbiamo chiesto a Pier Paolo Pontacolone, console astigiano del Touring Club Italia.
Console, quale è l’effetto immediato del riconoscimento Unesco?
Il primo effetto, immediato, sarà una sovraesposizione mediatica a livello internazionale. In tutto il mondo diversi milioni di persone condivideranno il rilevante prestigio ed il riconoscimento internazionale dell’Unesco per le nostre terre. Penso che ci si possa attendere un progressivo aumento dei flussi turistici  a partire da settembre-ottobre.

E’ già possibile immaginare una stima di turisti attratti e il volume d’affari che si attiverà?
Il volume di affari che ne può derivare è la somma di due elementi: la promozione che deriva dal riconoscimento e la capacità locale di amministratori ed operatori di saperla gestire. In base alle esperienze degli altri siti italiani si può immaginare che la promozione Unesco generi qualche milione di arrivi ogni anno. Le presenze e la spesa media dipenderanno in larga misura dall’accoglienza in loco, dagli investimenti e dalla capacità di fare sistema del territorio. Poiché i turisti arriveranno  per la maggior parte dall’estero saranno determinanti la visibilità su Internet,  la possibilità di booking “on-line” ed i rapporti con i Tour Operators.
Gli operatori turistici potranno fregiarsi di una sorta di “marchio Unesco”?
Il “marchio” Unesco è riferito esclusivamente al territorio, al patrimonio da proteggere e conservare e, da solo, non ha le caratteristiche per diventare un “brand” economico.

Quali sono i compiti immediati delle istituzioni e quali quelli dei privati?
La Regione Piemonte avrà un ruolo guida. C’è già una delibera della Giunta Regionale di settembre 2013 per gli strumenti di pianificazione locale dei Comuni interessati, per la verifica degli interventi edilizi, per i monitoraggi delle trasformazioni paesaggistiche e per l’adozione di eventuali misure cautelari, in linea con il Piano Paesaggistico Regionale, le norme legislative nazionali e le Direttive Comunitarie. C’è da augurarsi che la nuova Giunta si metta prontamente al lavoro. I privati non devono inventare nulla di nuovo: si consorziano, investono e lavorano sodo, all’interno di un unico progetto complessivo, secondo un normale schema imprenditoriale; chi aspetta, chi pensa di fare da solo, chi mira a diventare uno “spennatore di turisti” sarà spazzato via.
Quale è il soggetto preposto a coordinare tutte le azioni che mirano a promuovere turisticamente il riconoscimento?
C’è una Associazione, nata nel 2010 tra Regione Piemonte e le Provincie di Alessandria, Asti e Cuneo, per sostenere la candidatura. Adesso bisognerà capire che cosa vogliono e possono fare le Provincie. Il nuovo Governatore Sergio Chiamparino ha già detto di volersene occupare in prima persona; non sarebbe male se l’astigiano Giorgio Ferrero,  assessore all’Agricoltura, avesse un ruolo operativo.

La prima cosa da fare e l’errore da non commettere assolutamente.
La prima cosa da fare è rimboccarsi le maniche ed iniziare a lavorare concretamente per gestire questa enorme, e per certi versi irripetibile, opportunità. L’errore da evitare assolutamente è quello di muoversi da soli, Comune o privato che sia, pensando di accaparrarsi fette esclusive di business. Il marchio Unesco può procurare un ritorno economico solo se Comuni, Province, Regione, Albergatori, Ristoratori, Cantine e Vignaioli fanno sistema e si presentano al turista come una cosa sola.
Come Console Touring ritiene che la porzione di territorio astigiano Unesco sia pronta a prendere in carico questa opportunità/responsabilità?
I 9 Comuni inseriti nelle due “core zone” astigiane rappresentano l’eccellenza, gli altri 32 della “buffer zone” sono la degna cornice.  Mi chiede se sono pronti: finora ho colto solo tante speranze, ho visto qualche progetto, ho sentito tante promesse …

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