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Uno studio privato offre gratis la fisioterapia alla piccola Stella

La bambina di 4 anni, trapiantata di cuore, la cui madre ha lanciato un appello dopo l’interruzione delle sedute domiciliari da parte dell’Asl. Che spiega le ragioni della decisione

L’appello della madre

A venti giorni dall’ultima seduta di fisioterapia domiciliare, la piccola Stella, la bambina di 4 anni che ha subito il trapianto di cuore un anno e mezzo fa, potrà tornare a fare gli esercizi che le consentiranno di rendersi autonoma nei movimenti.

Trattamenti interrotti

Fino ai primi di febbraio, a praticare i trattamenti era una fisioterapista dell’Asl che effettuava le sedute a casa della famiglia in cui vive la piccola. Ma improvvisamente i genitori sono stati informati che la fisioterapista avrebbe dovuto sostituire una collega in maternità e che una valutazione sulle condizioni della bambina hanno portato a decidere che per lei sarebbe stato meglio proseguire la fisioterapia in ospedale, nella palestrina della Fisiatria. Una decisione alla quale la madre e il padre di Stella si oppongono perchè la bambina è ancora particolarmente a rischio di contrarre virus e malattie, viste le sue condizioni di immunodepressione seguite al trapianto.

L’impegno dell’associazione

Del caso si è occupata anche l’associazione Dalla Parte degli Astigiani (che in passato aveva organizzato anche serate e raccolte fondi durante il lungo ricovero al Regina Margherita di Torino). Prima ha inviato una lettera all’Asl sostenendo le perplessità dei genitori nella scelta della fisioterapia in ospedale e poco fa è arrivata una bella notizia per Stella e i suoi genitori: uno studio fisioterapico privato astigiano (non è ancora noto il nome), saputo della situazione di interruzione dei trattamenti in attesa di una soluzione che metta insieme esigenze dell’Asl e della famiglia, si è fatto avanti per offrire delle sedute di fisioterapia gratuita a favore della bambina. Giovedì Stella farà il primo trattamento, riprendendo il suo complesso e faticoso percorso verso l’indipendenza, bloccata da due anni di semi-immobilità causata dalla gravissima patologia cardiaca che ha portato al trapianto.

Anche se, sottolineano dall’Associazione, questo non deve deresponsabilizzare l’Asl nella soluzione del problema.

La replica dell’Asl

Asl, che, dal canto suo, ha inviato una lettera in cui ripercorre la vicenda secondo il suo punto di vista.

«Il 17.1.2018, a seguito della presa in carico da parte dei Servizi di Neuropsichiatria infantile ed RRF della nostra ASL, S.A. iniziò le cure domiciliari di TNPEE – terapia della neuro psicomotricità dell’età evolutiva (due volte la settimana), e logopedia (una volta la settimana), intervento incrementato a due sedute settimanali su decisione dell’equipe curante.
In seguito, la logopedista e la TNPEE decisero, insieme alle figure mediche di riferimento, di recarsi congiuntamente presso il domicilio della bimba poiché l’intervento singolo delle professioniste risultava poco efficace per la necessità di favorire la massima concentrazione della piccola paziente. Contestualmente, al termine dello stesso mese di settembre, acquisito il consenso del Cardiochirurgo, S. iniziò a frequentare la scuola dell’infanzia.
Valutati gli effetti dei primi interventi domiciliari congiunti delle due professioniste, da un punto di vista clinico è risultato, quindi, più idoneo un trattamento psico-motorio ambulatoriale che garantisse spazi maggiori, ambiente meno distraente e la possibilità di maggior utilizzo di strumenti ed attrezzature.
Ottenuta, a tal motivo, rassicurazione da parte del cardiochirurgo della Città della Salute sull’assenza di controindicazioni ad effettuare le sedute di logopedia e neuro psicomotricità in ambiente ambulatoriale si è provveduto a sospendere il trattamento domiciliare, e ad attivare un trattamento ambulatoriale con carattere di urgenza, proponendo il primo appuntamento della mattinata a garanzia di un ambiente il più possibile igienizzato, non essendo ancora stato frequentato da altri utenti.
Si precisa, inoltre, che la TNPEE domiciliare che aveva in carico S. è tuttora in servizio e che non si è mai verificata discontinuità di attività della logopedista AMOS.
Infine, resta evidente che questa ASL conferma la disponibilità al dialogo ed al confronto con i genitori».

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