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Urbanistica, l'area davanti al carcere nel nome di Ambrosoli
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Urbanistica, l'area davanti al carcere nel nome di Ambrosoli

Se l’intitolazione avvenisse con le normativa vigente la nostra città non potrebbe più vantare allo stesso tempo corso Vittorio Alfieri e piazza Vittorio Alfieri. Oggi, infatti, è ritenuto

Se l’intitolazione avvenisse con le normativa vigente la nostra città non potrebbe più vantare allo stesso tempo corso Vittorio Alfieri e piazza Vittorio Alfieri. Oggi, infatti, è ritenuto sconveniente usare più volte un identico nome sulla Toponomastica che potrebbe indurre in errore. Non solo. E’ inammissibile la doppia intitolazione di vie, piazze o strade alla medesima persona nella stessa città ma si cerca di evitare omonimie nei cognomi come nel caso delle vie Anselmo Torchio ed Ernesto Torchio, entrambe comunque presenti nello stradario di Asti. Sono alcuni dei tanti paletti che la Toponomastica moderna impone. Sembra incredibile ma la materia è ancora regolata da una normativa molto antica e da successive modifiche: Regio decreto legge 1158 del 10 maggio 1923 (poi convertito nella legge 473 del 17 aprile 1925), legge 23 1188 del 23 giugno 1927, Decreto del Ministro dell’Interno del 25 settembre 1992 e Circolare Ministro dell’Interno 4 del 10 febbraio 1996 sono le principali fonti che regolamentano l’intitolazione di piazze, strade, vie, vincoli, larghi, aree verdi, rotonde, piste e percorsi ciclabili, sottopassi, parcheggi, ponti ma anche il posizionamento di cippi, targhe e lapidi commemorative in luoghi pubblici.

Cittadini o associazioni possono proporre all’amministrazione comunale nuove intitolazioni (basta una richiesta semplice suffragata da almeno un paio di firme) ma ci sono dei vincoli temporali e iter burocratici piuttosto lunghi. Nessuna piazza o strada pubblica può essere intitolata a persone che non siano decedute da almeno 10 anni. Lo stesso vale per i monumenti, le lapidi ed eventuali altri ricordi permanenti collocati in luoghi pubblici fatta eccezione per quelli situati nei cimiteri o dedicati, nelle chiese, a dignitari ecclesiastici o importanti benefattori. Il limite dei 10 anni può essere superato per i caduti di guerra, le vittime della mafia o deceduti per morte violenta ma anche per quelli che una volta venivano definiti eroi nazionali. Inoltre i Prefetti, che sono responsabili del via libera definitivo di queste intitolazioni, possono autorizzare deroghe sotto i 10 anni in casi eccezionali quando la richiesta riguarda persone che hanno avuto particolari meriti nei confronti della nazione.

Ad Asti la deroga, l’unica che si ricordi, è stata ottenuta nell’intitolazione di piazza De Andrè nell’ex caserma Colli di Felizzano avvenuta sia a seguito di un’analoga decisione presa dal Comune di Genova ma anche perché il cantante, considerato uno dei massimi poeti e musicisti del secolo scorso, aveva radici nell’Astigiano. L’iter ordinario di intitolazione è molto più complesso e dalle tempistiche incerte. La Commissione Toponomastica del Comune (formata da politici, esperti di storia locale e addetti ai lavori) riceve decine di proposte che valuta attentamente leggendo la biografia, il curriculum, le note e ogni altra informazione sul soggetto indicato dai proponenti. Se la richiesta è ritenuta fattibile viene portata in Giunta che può avallarla o bloccarla. Con il via libera dell’amministrazione comunale la pratica viene trasmessa al Prefetto che la inoltra alla Deputazione Subalpina di Storia Patria cui spetta il compito di verificare eventuali impedimenti alla nuova intitolazione o concedere il benestare. Il problema, in questo caso, è dato dai tempi d’attesa che possono superare anche i 6 mesi.

Quindi si è deciso di cambiare la prassi e, se entro 15 giorni dalla richiesta alla Deputazione Subalpina di Storia Patria non arriva una risposta, il Prefetto lo considera un silenzio assenso dando il via libera definitivo all’intitolazione. L’atto ufficiale spetta comunque alla Giunta comunale che solitamente organizza una piccola cerimonia il giorno in cui viene scoperta la targa o l’indicazione della strada. Per gli stessi motivi burocratici è quasi impossibile che un Comune decida di cambiare tout court il nome di una strada dove sono presenti molti numeri civici perché questo comporterebbe la modifica dei dati anagrafici e delle utenze di tutti i cittadini che lì ci vivono. L’ultima riunione della Commissione Toponomastica risale alla scorsa settimana quando è stata deliberata l’intitolazione di cinque nuove aree pubbliche. La delibera seguirà l’iter burocratico ordinario quindi l’ufficializzazione delle intitolazioni non avverrà prima di settembre.

L’area verde tra via Spandre, altezza di via Silvia Taricco, sarà dedicata ai Maestri del Lavoro; quella antistante il carcere di Quarto (che subirà una riqualificazione con la posa di adeguata targa commemorativa) ricorderà l’avvocato Giorgio Ambrosoli (1933-1979) «figura straordinaria che ha sacrificato la propria vita per aver servito lo Stato con onestà e trasparenza, adempiendo al compito ricevuto di Commissario liquidatore della Banca Privata Italiana»; la parte di piazza d’Armi non interessata dalla costruzione di nuovi palazzi verrà intitolata al Generale di Divisione Cosma Manera (1876-1958) «che operò attivamente in Russia, Cina e Giappone per assolvere compiutamente l’incarico di restituire alla Madrepatria gli ex prigionieri».

La rotonda tra corso Alessandria e viale Pilone ricorderà i fratelli Pierino e Cesare Bona, martiri della Liberazione, giustiziati in giovanissima età mentre l’area verde posta in via Raffaello Sanzio porterà il nome di Carlo Castellazzo (1930-2000) musicista e conduttore televisivo noto per la trasmissione “La Trattoria dei Ricordi”. Una curiosità: su tutta la superficie del Comune di Asti esistono solo 26 intitolazioni che ricordano figure femminili, di donne legate al nostro territorio o di sante venerate dalla Chiesa Cattolica. Tra queste si ricorda la recente area verde “Le Brusaje” in corso Matteotti dedicata alle giovanissime operaie che, nel 1944, morirono nel terribile rogo della fabbrica Stilar di Asti e le poche intitolazioni a sante e beate, in particolare quelle dedicate alla Beata Madre Teresa di Calcutta, Sant’Anna, Madonna delle Grazie, Santa Maria Nuova, Santa Cecilia, Santa Caterina e Galleria della Madonnina.

Riccardo Santagati
@rickysantagati

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