Vaccini sì, vaccini no. Nonostante le rassicurazioni che puntualmente vengono fornite dall'OMS (l'Organizzazione Mondiale della Sanità) il dibattito resta ancora aperto tra chi, nella
Vaccini sì, vaccini no. Nonostante le rassicurazioni che puntualmente vengono fornite dall'OMS (l'Organizzazione Mondiale della Sanità) il dibattito resta ancora aperto tra chi, nella società civile, caldeggia il ricorso alle vaccinazioni e chi, invece, le ritiene ormai superflue se non, addirittura, espressione unica di un enorme tornaconto economico delle aziende farmaceutiche. Da una parte si conta un buon numero dki pediatri che consigliano alle madri di sottoporre a vaccinazione i propri pargoli mentre dall'altra si osserva un fiorire di medici e omeopati che, se non le sconsigliano, di certo non le promuovono. Nel mezzo, schiere di mamme che, confuse, si interrogano su quale sia l'azione migliore da intraprendere per tutelare la salute del proprio bambino, specie se si tratta di un fragile neonato. Nel dubbio di poter nuocere al proprio figlio, c'è chi decide di sottrarlo alla vaccinazione. La nostra provincia, così come le altre province italiane, non è rimasta immune a questa campagna anti-vaccinale che da qualche anno tiene banco sui forum di numerosi siti internet dedicati alla salute e alla medicina alternativa e che ha fatto calare il numero dei piccoli pazienti vaccinati.
Percentuali in calo
Secondo i dati forniti dall'Asl di Asti sul numero delle vaccinazioni del triennio 2012-2013-2014, risulta una flessione soprattutto per quanto riguarda il vaccino per il morbillo-parotite-rosolia alla prima dose. In termini percentuali, infatti, si è passati, per la prima dose (quella dei 24 mesi di vita del bambino), da un 96% del 2012 ad un 95% nel 2013 per finire al 92% del 2014. Stabile al 93% per tutti e tre gli anni, invece, la stessa vaccinazione alla seconda dose, quella somministrata ai 7 anni. Flessione anche per la DTPa-HBV-polio-Hem in ciclo primario a 24 mesi che è passata da un 98% di popolazione infantile vaccinata del 2012 al 96% del 2014. Lieve calo di un punto percentuale per la quinta dose del vaccino contro difterite e tetano mentre, in controtendenza, sale di due punti percentuali in tre anni quella del pneumococco. Calo drastico è invece quello registrato nel ciclo vaccinale del meningococco che è passato dal 92 al 96% fra il 2012 e il 2013 salvo poi precipitare al 90% nel 2014. Detto questo, rispetto alla media regionale, l'Asl di Asti ha rilevato un livello di copertura sopra la media e l'insieme delle vaccinazioni somministrate nel primo anno di vita hanno livelli di copertura superiori al 95%, ovvero a quella che è ritenuta la soglia di sicurezza pretesa dall'Oms. «La nostra è una provincia virtuosa quanto a vaccinazioni ? commenta il dott. Cesare Savina, pediatra presso lo studio medico Hasta Pediatrica ? tuttavia ho avuto modo di constatare come alcune madri che si recano da me in studio hanno deciso di non vaccinare i figli. Non sono un numero elevato ma ci sono. In qualità di medico ho provato a convincerle della bontà dei vaccini ma sono risultate irremovibili».
Decisione libera
Nonostante in Italia siano obbligatorie quattro vaccinazioni (quella per la difterite, la poliomelite, il tetano e l'epatite B), di fatto il genitore può decidere liberamente se farne ricorso oppure no. In caso contrario è sufficiente firmare un dissenso informato. Ma di cosa hanno paura queste madri e questi padri? Cosa spaventa dei vaccini? Se si decide di fare un giro nelle anticamere degli ambulatori o degli studi pediatrici si scopre che il tema vaccini, soprattutto se i bambini sono molto piccoli, tiene banco nei discorsi tra genitori.
I timori delle famiglie
La maggior parte di coloro che nutrono dubbi sull'opportunità di vaccinare teme, sul breve ma anche sul lungo periodo, reazioni avverse e dannose per la salute dei propri figli. L'argomento che viene spesso portato a esempio è quello della "famosa" vaccinazione trivalente (ossia quella contenente la vaccinazione per morbillo, rosolia, parotite) che, secondo alcuni, causerebbe l'autismo. «Molti genitori oggi cercano informazioni su internet e capita che finiscano su forum dove a parlare non sono esperti ma persone che portano la propria opinione. Ovviamente il tono allarmistico dei commenti spaventa il genitore che resta suggestionato e decide di non vaccinare. Purtroppo si crea in questo modo molta confusione. Ricerche scientifiche hanno ormai dimostrato da anni che non esiste alcuna correlazione tra la vaccinazione trivalente e l'autismo. Così come la società scientifica e l'OMS ha più volte ribadito e garantito sia la sicurezza dei vaccini moderni che del calendario delle vaccinazioni pediatriche» aggiunge il dott. Savina, il quale aggiunge: «I genitori sono responsabili della salute dei propri figli. Nel momento in cui decidono di non vaccinare devono essere coscienti del fatto che espongono il bambino a quella malattia».
I flussi migratori
Il timore dei medici e dei pediatri deriva dai nuovi, insistenti flussi migratori che negli ultimi anni hanno condotto in Italia popolazioni non vaccinate e quindi potenzialmente portatrici di malattie ormai debellate in Occidente. «Se fino a qualche anno fa il soggetto non vaccinato era comunque al sicuro grazie alla cosiddetta "copertura di gregge", ossia grazie al fatto che quasi tutti erano vaccinati, oggi con l'arrivo di profughi e soggetti migratori non è più così. Per questo, suggerisco ai genitori di effettuare tutte le vaccinazioni proposte dal nostro Sistema Sanitario» chiarisce Savina. Chi fornisce un approccio alternativo alla questione è invece l'Associazione ASSIS, l'Associazione di Studi e Informazione sulla Salute presieduta dal dott. Eugenio Serravalle. Obiettivo di questa associazione, è quello di sensibilizzazione l'opinione pubblica per migliorare lo stato di salute della popolazione, con interventi di informazione e prevenzione in materia ambientale, alimentare, sull'allevamento animale e sulla cura delle malattie.
La medicalizzazione della vita
«L'intento ? come è scritto sul sito dell'associazione – è quello di promuovere progetti di ricerca e di studio nel campo dei trattamenti farmacologici, comprese le vaccinazioni, al fine di superare i tentativi di medicalizzazione della vita, che oggi si esprimono anche con l'invenzione di "nuove malattie" e con proposte di stili di vita non salutari». Sul sito dell'associazione (www.assis.it) si può leggere per intero il testo integrale della lettera aperta che un gruppo di medici legati ad ASSIS ha inviato all'Istituto Superiore della Sanità per chiedere un approccio diverso al tema vaccinazioni, così da ridurre il rischio dei danni da vaccino attraverso la personalizzazione di ogni intervento preventivo adattando le più recenti conoscenze scientifiche alle reali necessità pediatriche individuali, considerando anche le mutate condizioni socio-ambientali del nostro Paese. I firmatari non si dichiarano contrari ai vaccini, «un qualsiasi medico dotato di buon senso e di un minimo di conoscenza scientifica non può essere contro le vaccinazioni pediatriche e infatti conosciamo tutti l'utilità di questa pratica sanitaria» scrivono. Quello che questi medici chiedono all'Istituto Superiore della Sanità è dunque che prima della vaccinazione il Pediatra di Libera Scelta raccolga una dettagliata anamnesi dei genitori, dei parenti prossimi e del bambino stesso. Si propone di compilare e consegnare ai genitori schede sui vaccini in modo da conoscere le proprietà, le controindicazioni, le componenti tossicologiche e le reazioni avverse di ogni farmaco che loro figlio riceverà e poter eventualmente segnalare eventuali reazioni avverse. Inoltre, si suggerisce che le vaccinazioni pediatriche vengano intraprese dal secondo semestre di vita e, così come prescrive la legge attuale, di garantire la possibilità di eseguire solo le quattro vaccinazioni obbligatorie e che tutti i vaccini (non solo i 4 obbligatori per il nostro Paese, ma anche gli altri, specificatamente quello per la rosolia) vengano commercializzati anche singolarmente per permettere la massima personalizzazione terapeutica.
Lucia Pignari