Sono cinque gli istituti superiori astigiani che hanno deciso di avviare in via sperimentale, già dall'anno scolastico 2014/2015, la settimana corta, ovvero la distribuzione delle lezioni dal
Sono cinque gli istituti superiori astigiani che hanno deciso di avviare in via sperimentale, già dall'anno scolastico 2014/2015, la settimana corta, ovvero la distribuzione delle lezioni dal lunedì al venerdì con rientri pomeridiani per recuperare le ore del sabato mattina.
Una decisione che non deriva da esigenze didattiche, ma da necessità di ridurre i costi "di gestione". Infatti l'Amministrazione provinciale, nei mesi scorsi, aveva sondato la disponibilità delle scuole superiori, di cui è responsabile, di avviare la sperimentazione per risparmiare a livello di riscaldamento degli edifici e di trasporto pubblico, considerando i tempi difficili che sta attraversando il settore dei collegamenti extraurbani, ovvero le corriere che collegano i paesi alla città di Asti. La decisione definitiva è emersa nel corso di un incontro svoltosi ai primi di agosto presso la Provincia, presieduto dal Commissario straordinario dell'Ente, Alfredo Nappi, e dal sindaco Fabrizio Brignolo, alla presenza di Alessandro Militerno, dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale, e dei dirigenti degli istituti scolastici.
«La riunione -? si legge nella nota diramata dall'Ente – era volta ad armonizzare gli orari scolastici, con particolare riferimento alla possibilità di articolazione su cinque giorni settimanali principalmente per risparmiare a livello di trasporto pubblico e di spese di gestione e di utenza. Alcuni dirigenti hanno evidenziato, consultati i propri organi collegiali, la possibilità di rispondere in modo positivo alla proposta. Altri invece, hanno evidenziato l'impossibilità di aderire in base alle specifiche peculiarità, soprattutto nei casi di orari settimanali già molto estesi, che prevedono rientri pomeridiani, o della presenza di numerosi indirizzi». Al termine della riunione si è quindi deciso che il nuovo orario «sarà introdotto gradualmente a partire dagli istituti Giobert, Monti, Penna, Vittorio Alfieri (che comprende liceo classico Alfieri e istituto Sella), per poi arrivare in futuro ad un unico modello di orario».
Tra le scuole non aderenti c'è il liceo scientifico "Vercelli". «Il Collegio docenti, e successivamente il Consiglio di istituto – afferma il dirigente, Angelo Barruscotto – si sono espressi negativamente, a causa dell'aggravio del carico di lavoro a livello didattico sugli studenti che ne sarebbe conseguito, solo parzialmente compensato dal fine settimana più lungo. Infatti nella nostra scuola si svolgono già numerose attività pomeridiane, dalle lezioni integrative e di recupero a tutte le attività extradidattiche previste dal Piano dell'offerta formativa. Di conseguenza, anche se avremmo potuto comprimere l'orario di lezione al mattino sia per il biennio sia per il triennio, il collegio docenti ha ritenuto che i ragazzi non avrebbero potuto far fronte ad un impegno così gravoso cinque giorni a settimana. Vedremo quindi cosa succederà in futuro, anche perché l'obiettivo della sperimentazione che interesserà l'imminente anno scolastico è verificare anche i risultati del provvedimento, seppur parziale, a livello di riduzione dei costi».
Elisa Ferrando