Indagine partita dopo la morte di un cane
Una importante organizzazione che si occupava di acquistare e vendere illegalmente cani di razza bulldog francese via internet è stata smantellata ieri dai carabinieri della Forestale di Torino ed Asti coordinati dal Nucleo Investigativo di Polizia ambientale, agroalimentare e forestale.
Numerosi perquisizioni sono state eseguite in private abitazioni di Torino, Caluso e Mombercelli alla ricerca degli autori di questo business consumato sulla pelle degli animali e dei loro proprietari.
Tante denunce in pochi giorni
Tutto è partito dalla denuncia ricevuta tre mesi fa da una persona che aveva segnalato la morte sospetta di un cucciolo di bulldog acquistato via internet. Il cucciolo era morto il giorno dopo l’arrivo nella sua abitazione tra atroci sofferenze. Il veterinario al quale l’aveva portato per curarlo aveva scoperto che il cane non disponeva di microchip identificativo e i documenti sanitari che lo accompagnavano erano fasulli, nonostante l’importante cifra d’acquisto pagata, circa 600 euro.
Nel giro di pochi giorni i carabinieri di Torino avevano ricevuto numerose altre denunce del tutto simili e hanno allora avviato l’indagine che ha consentito di fare luce su questo traffico.
Traffico in mano a pregiudicati
I responsabili identificati in questa prima fase di indagini sono quasi tutti pluripregiudicati e uno di essi è stato anche recentemente condannato per maltrattamento di animali da un tribunale ungherese perchè è stato sopreso in auto con 19 cuccioli di cane nel bagagliaio e tre già deceduti.
Non vaccinati e allontanati troppo presto dalla madre
Il sistema era molto semplice: i venditori si rifornivano dei cuccioli in alcuni Paesi dell’Est Europa come Slovenia e Ungheria; si trattava di animali non vaccinati e allontanati preocemente dalla madre, in allevamenti non meglio individuati. Ogni cucciolo veniva acquistato a 50 euro e rivenduto per cifre che andavano dai 600 euro in su, sempre attraverso annunci via internet.
Gli appuntamenti per le consegne avvenivano sempre per strada e in zone molto frequentate con i venditori che fornivano nomi di fantasia e gli animali erano corredati di libretti sanitari con timbri, vaccini e documentazioni fasulle.
Ovviamente gli animali che sopravvivevano ai viaggi crudeli nei bagagliai delle auto, arrivavano stremati alla consegna ai loro nuovi padroni e molti di essi decedevano poco tempo dopo.