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Cronaca
Dietro le sbarre

Asti, gli avvocati in visita al carcere: “Celle calde come forni”

Una delegazione della Camera Penale ha ottenuto il permesso per visitare le sezioni della Casa di Reclusione di Quarto. E hanno evidenziato le criticità

E’ stata la naturale evoluzione della maratona oratoria che due settimane fa ha visto un’intera mattinata dedicata al fenomeno dei suicidi in carcere visto da varie angolature e discusso davanti al Tribunale di Asti.
Iniziativa organizzata dalle Camere Penali italiani e quella di Asti, presieduta dall’avvocato Davide Gatti, che ha chiesto ed ottenuto il permesso di visitare il carcere di Quarto con una delegazione di iscritti. Certo gli avvocati penalisti quelle mura le frequentano piuttosto assiduamente per i colloqui con i loro clienti detenuti, ma qui hanno varcato i cancelli con un altro spirito, quello di vedere da vicino le condizioni in cui vivono i reclusi e sono stati ammessi in zone che non vedono mai durante gli incontri con i clienti..
Carcere di alta sicurezza per detenuti ergastolani, quello di Asti si presenta con le caratteristiche riservate a chi in cella ci dovrà passare il resto della vita o gran parte di essa.
«I detenuti vivono in celle singole – riferisce il presidente Gatti – e pur essendoci imbattuti in molti dei 244 detenuti, nessuno di loro ci ha riferito di particolari disagi».
Anche se uno lo hanno constatato direttamente i componenti della delegazione. Ed è quello di una temperatura altissima all’interno della struttura.
«In estati ormai torride come quelle che il clima ci sta riservando – prosegue Gatti – l’installazione di un sistema di climatizzazione delle sezioni rappresenterebbe uno strumento di pace sociale e di contenimento dell’ordine, prima ancora che di confort ai detenuti. Fa veramente caldissimo e sappiamo tutti che si tratta di una situazione di stress del corpo e della mente così alto da creare problemi di forte nervosismo e insofferenza fra detenuti e con gli agenti penitenziari».
La Camera Penale ha incontrato anche gli educatori in servizio dentro il carcere che hanno fatto presenza la carenza di personale per percorsi rieducativi. Ma allo stesso tempo è stato mostrato il campo da calcio in perfetto ordine, la palestra attrezzata, gli orti professionali che vengono coltivati all’ombra delle sezioni.
«Ad essere sinceri non ci è parsa una situazione disastrosa – conclude Gatti – ma questo non ci esime dal tenere alta la soglia di attenzione verso il mondo chiuso fra quelle mura».

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