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Cronaca

Asti, i guadagni facili promessi on line gli “fruttano” una pesante condanna

Confermata in Appello a carico di un disoccupato che aveva accettato di aprire un conto on line, ritirare contanti che gli versavano e spedirli all’estero

Mille euro in tre giorni

E’ durata solo tre giorni la vita da “benestante” per un disoccupato astigiano che ha ceduto alle lusinghe dei guadagni facili proposti da annunci on line. Tre giorni in cui, in effetti, i soldi piovevano senza grande fatica: mille euro per pochi minuti di lavoro al giorno.
Neppure il tempo di abituarsi che la Polizia Postale gli è piombata addosso, ha chiuso il suo “business” e lo ha denunciato. La via giudiziaria lo ha visto soccombere: condannato a 2 anni e 4 mesi in primo grado e ad altrettanti in Appello, senza sconti.

Offerta di lavoro via mail

E’ la storia in breve di un astigiano che, disoccupato, ha ricevuto via mail l’offerta di un lavoro semplice e ben retribuito.
Gli veniva proposto di movimentare del denaro verso l’estero a fronte di un compenso per ogni versamento.
Lui ha risposto alla mail, ha accettato e firmato un contratto e ha iniziato la sua attività.

Doveva prelevare i contanti e spedirli all’estero

Per prima cosa ha aperto un conto corrente on line presso la sua banca sul quale, ogni giorno, arrivavano attraverso bonifici da tutta Italia, delle somme fra i 5 e gli 8 mila euro. Il suo compito era quello di andare una volta al giorno a prelevare materialmente i contanti e spedirli in Russia attraverso una delle agenzie di money transfer trattenendosi già il suo compenso che gli veniva comunicato di volta in volta.

Il denaro arrivava dal phishing

Sembrava un modo ben facile di guadagnare soldi se non fosse che quei bonifici sul suo conto provenivano da attività illecite quali il phishing (truffa su Internet attraverso la quale un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile).

«Non sapevo da dove provenissero i soldi»

L’uomo, accusato di riciclaggio di denaro, assistito dall’avvocato Marco Dapino, si è sempre difeso sostenendo di non conoscere la provenienza del denaro che movimentava nè che tutte le operazioni di prelievo e poi invio all’estero dei contanti fossero illecite.
Ma il giudice di Appello, motivando la conferma della condanna, ha scritto che non poteva non dubitare della proposta di collaborazione, in lingua straniera o in un italiano palesemente non corretto proveniente dalla rete internet con prospettazione di guadagni troppo alti rispetto alla semplice attività richiesta.
Firmando il contratto ha implicitamente accettato anche il rischio che ne derivava.

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