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Cronaca

Asti, la Direzione Antimafia sequestra villa a Trincere ad un sinti in carcere per rapine

Detenuto per numerose rapine in villa e truffe compiute presentandosi come falso carabiniere in Lombardia e in Veneto

Sono stati apposti questa mattina, all’alba, i sigilli alla grande villa di lusso  a Trincere, appartenente a Giastin Stentardo. Si tratta dell’esecuzione di un provvedimento di sequestro  emesso dal Tribunale di Torino eseguito dalla Direzione antimafia e dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Asti.

La villa, completamente abusiva, si trova su un terreno che risulta agricolo e sul quale non è permesso costruire. Non esiste neppure il numero civico della casa costruita al fondo di via Peschiera.

Stentardo è attualmente in carcere ad Alessandria perchè più volte condanato per svariati reati, compresa, informano dalla Dia, la partecipazione ad un’associazione per delinquere dedita fino al 2015 alla commissione di numerose rapine in ville e in abitazioni in diverse provincie della Lombardia e del Veneto. Molte contestazioni riguardano anche reati contro anziani e “fasce deboli”.

Le rapine di cui è accusato erano eseguite con il solito “copione”: i malfattori  si presentavano alla porta delle vittime ed esibendo falsi distintivi, tesserini e placche dicendo di essere carabinieri e ingannando i padroni di casa che, in buona fede, li facevano entrare salvo poi accorgersi della sparizione di soldi, preziosi ma anche di autovetture, armi, apparecchiature elettroniche di rilevante valore.

Il sequestro avvenuto oggi deriva da un lungo e meticoloso lavoro portato avanti dalla sezione pg della Procura di Asti insieme alla Guardia di Finanza, sempre di Asti e al Centro Operativo della Dia di Milano.

Tutti hanno contribuito a ricostruire la biografia criminale di Stentardo e, da una analisi dei suoi redditi e del suo patrimonio hanno concluso sul fatto che i redditi dichiarati erano assolutamente incompatibili con il suo tenore di vita e con il valore della villa, quantificato in circa 300 mila euro. Di qui la conclusione dell’utilizzo, nella sua costruzione, di denaro proveniente da attività illecite.

Il provvedimento è stato chiesto in firma congiunta dal Procuratore della Repubblica di Asti, dottor Alberto Perduca e dal Direttore della Dia.

Daniela Peira

 

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