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Cronaca
Mobilità e sicurezza

Asti, l’inferno degli autisti dei bus fra continui litigi per il biglietto e presenze moleste al Movicentro

Il racconto di uno di loro, Luca Tropiano, sindacalista, che chiede il presidio fisso della polizia municipale o almeno un numero di telefono dedicato per la richiesta di intervento

«Prima di ogni cosa voglio sgombrare il campo dalle accuse che potrebbero arrivare: questa non è una denuncia razzista, ma nasce dalla constatazione quotidiana di quanto accade e chiunque può verificare come stanno le cose venendo qualche ora al Movicentro e prendendo un bus extraurbano».

A parlare è Luca Tropiano, segretario provinciale di Asti e Alessandria della Faisa Cisal, federazione autonoma sindacale degli autoferrotranvieri.
Di professione fa l’autista di autobus e raccoglie l’esasperazione dei colleghi che lavorano (soprattutto) sulle tratte extraurbane della nostra provincia.
«Si parla tanto di carenza di autisti di bus, ma se la gente sapesse cosa affrontano ogni giorno, capirebbero» è l’incipit della segnalazione che Tropiano vuole portare all’attenzione di tutti e che ha già raccolto in una lettera inviata al Prefetto di Asti.
«I guai più grossi si incontrano al Movicentro dal quale partono i bus. E, a seconda delle ore, cambia la natura dei problemi – spiega Tropiano – Durante tutto il giorno, ad ogni corsa, io e i miei colleghi ci troviamo a “questionare”   con i tanti richiedenti asilo che utilizzano il bus per andare e tornare dai centri di accoglienza disseminati in tanti paesi della provincia. Ormai sono soprattutto loro che utilizzano gli autobus ma nessuno ha loro spiegato il “galateo” del trasporto pubblico locale».
Soprattutto per quanto riguarda il pagamento del biglietto. «Ritengono la corsa in bus dovuta, gratuita. Non vogliono pagare il biglietto e quando l’autista insiste cominciano discussioni lunghissime che spesso portano a minacce, litigate ad alta voce e scene davvero poco edificanti – racconta Tropiano – Ci prendiamo insulti continuamente e, come hanno anche riportato le cronache locali, qualche volta veniamo aggrediti. Loro il biglietto non lo vogliono pagare e pretendono di viaggiare gratis. A me personalmente è capitato anche il caso di uno di loro che, dopo una lunga discussione ha pagato ma arrivato a destinazione pretendeva che restituissi il prezzo del biglietto visto che non era passato il controllore. Tenere il punto significa, appunto, andare incontro ad offese e minacce quando non ad aggressioni. Cedere e farli viaggiare gratis porta al malumore (giusto) degli altri passeggeri che invece biglietto o abbonamento lo hanno pagato».
Ad ogni discussione alla partenza dei bus, quando gli animi si accendono, qualcuno chiede l’intervento di Polizia o carabinieri.
«E non lo trovo giusto, perché hanno cose più importanti da fare – dice Tropiano lanciando una proposta – perché non viene istituito un presidio fisso al Movicentro con due agenti di polizia municipale? Se la stazione dei treni può contare sulla Polizia ferroviaria, perché la stazione dei bus non può avere le sue forze dell’ordine dedicate? E se non tutto il giorno, almeno fra le 17 e le 20, perché quelle sono ore in cui la stazione dei bus è davvero un posto infrequentabile».
Riferisce di presenze molto moleste, spesso ubriachi che ciondolano per strada, attraversano senza guardare, disturbano e molestano i passanti. E poi è l’ora in cui arrivano gli spacciatori che iniziano il “turno di sera”. «Eppure ci sono ancora molte corse in arrivo e i passeggeri normali devono passare attraverso tutta questa gente, non senza timore e spavento, soprattutto le donne».
Se proprio non è possibile la presenza degli agenti della municipale, il sindacalista chiede almeno un numero di telefono “dedicato” e diretto cui chiedere l’intervento ogni volta che ci sono discussioni sia sul bus che a terra, in modo da contenere i tempi.
«Si parla tanto di trasporto pubblico per abbattere inquinamento e costi di viaggio, ma qui stiamo andando in direzione contraria. Sono tanti i passeggeri, studenti e lavoratori pronti a raccogliere firme per una petizione che accenda i riflettori sull’umanità che popola il Movicentro di Asti, soprattutto verso sera».

La replica dell’assessore alla sicurezza Giacomini

Criticità girate a stretto giro di posta all’assessore alla sicurezza del Comune di Asti, Luigi Giacomini.
«Entro la fine dell’anno dovremmo riuscire ad installare una telecamera di sorveglianza nell’area esterna della stazione dei bus – ha risposto l’assessore – Non posso che respingere la richiesta di un presidio fisso della polizia municipale, neppure per poche ore, perché non è fattibile con l’organico a disposizione. L’unica cosa che posso fare è chiedere che vengano intensificati i passaggi nella zona. E nessun numero “dedicato”; il numero per questo tipo di interventi esiste già ed è il 112».

(Nella foto di copertina, a sinistra, Luca Tropiano)

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Una risposta

  1. La gente rischia la vita e le risposte sono generiche e scontate, come se non lo sapessero. Tra un po’ si offende l’assessore che gli hanno chiesto più sicurezza. E quando installate questa telecamera (che poi non è detto che succeda da com’è scritto) e non si riescono ad identificare gli eventuali molestatori e compagnia, che facciamo? Niente efficacia, punto di partenza.
    Quindi rimaniamo al solito tergiversare generico e distaccato con nulla di concreto.

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