Un processo che gira intorno alla validità o meno della ricezione di una raccomandata.
E’ quello che è iniziato ieri in tribunale ad Asti dove l’ex titolare di una ditta di trasporti è accusato di omesso versamento di contributi previdenziali all’Inps per il lavoro dei suoi dipendenti.
Si parla di 26 mila euro che il titolare avrebbe dovuto versare nel 2018.
La richiesta era arrivata via raccomandanta ad inizio settembre di quell’anno ma lui dichiara di non averla mai ricevuta.
Quando, durante le indagini, le è stata mostrata la ricevuta di ritorno fornita dalle Poste Italiane, lui ha disconosciuto la firma.
Non solo. In quei giorni ha affermato che si trovava fuori Asti, in vacanza in Puglia con la sua famiglia.
La raccomandata Inps, inoltre, era stata inviata ad un indirizzo dove lui non viveva più da tempo e dove non viveva nessuno della sua famiglia che fosse autorizzato a ritirare una raccomandata per lui.
Il suo difensore, l’avvocato Guido Cardello, ha chiesto al giudice Dematteis di disporre una perizia calligrafica sulla firma della ricevuta della raccomandata per acclarare che l’omesso versamento deriva da una mancata notifica dell’adempimento. Il giudice si è riservato di decidere all’esito delle testimonianze.
d.p.