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Cronaca

Asti, matrimoni per ottenere la cittadinanza: la polizia smantella un’organizzazione

L’indagine ha preso spunto da un’intuizione degli addetti dello sportello dell’Ufficio Immigrazione della Questura

Matrimoni per ottenere la cittadinanza

L’hanno chiamata “Colomba bianca”. Una lunga e complessa indagine dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Asti che ha portato a smantellare un giro di matrimoni finalizzati, secondo le ipotesi investigative, ad ottenere permessi di soggiorno. Cinque le persone denunciate, delle quali tre italiani, residenti ad Asti, e una coppia di nordafricani, per il reato di associazione a delinquere, ritenute il cuore dell’organizzazione. E altre 25 persone sono state denunciate per reati tra cui falsità materiale commessa dal privato, uso di atto falso e falsità ideologica in atto pubblico. I particolari dell’inchiesta sono stati illustrati dal Vicario della Questura Vittoria Rissone, con accanto il Questore Alessandra Faranda Cordella, il dirigente dell’Ufficio Immigrazione Antonella Reggio e gli agenti che hanno lavorato all’indagine.
«L’indagine, iniziata nel 2015, ha preso spunto da un’intuizione degli addetti allo sportello dell’Ufficio Immigrazione, che si accorgono dell’insolito aumento di richieste di rilascio di permessi di soggiorno per famiglia presentate da extracomunitari sposati con cittadini europei – ha spiegato la dottoressa Rissone – Gli accertamenti fanno emergere un giro di matrimoni celebrati tra nordafricani e donne astigiane, che figuravano assunte in una ditta dell’Astigiano, risultata del tutto estranea alla vicenda».
«È così emersa una vera e propria organizzazione che individuava le donne disposte a contrarre matrimonio, in cambio di qualche migliaio di euro, e contattava cittadini nordafricani privi dei requisiti per entrare in Italia, disposti a pagare per ottenere un permesso di soggiorno – ha aggiunto il Vicario – L’organizzazione, inoltre, si occupava di seguire tutto l’iter burocratico, dalla celebrazione del matrimonio al rilascio del titolo di soggiorno, procurare la documentazione da allegare alla richiesta, arrivando a contraffare documenti rilasciati dalle autorità dei paesi di origine degli interessati». Dalle intercettazioni è risultata una complessa rete di rapporti con legami anche all’estero, ad esempio Marocco, Spagna e Belgio.
Nel corso dell’operazione numerose sono state le richieste di permesso di soggiorno bloccate.
«Un’indagine che rappresenta un segnale importante – ha sottolineato il Questore – perché ha bloccato un’attività volta ad acquisire i diritti di cittadini italiani attraverso mezzi illeciti».

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