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pecoro artù sfratto
Cronaca
La storia

Asti, per il “pecoro Artù” e i suoi amici sfratto rinviato ma molto vicino

L’ufficiale giudiziario ha concesso altri 45 giorni per trovare nuova casa al piccolo gregge domestico. Il proprietario ha ottenuto le chiavi ma la custode potrà continuare ad occuparsene

Altri 45 giorni per trovare una nuova casa ad Artù, Merlino e le altre quattro pecore sotto sfratto al Palucco.
Venerdì scorso all’ovile ospitato nel recinto vicino alla pizzeria della frazione astigiana, è arrivato l’ufficiale giudiziario del Tribunale di Asti per far eseguire il singolare sfratto che, per una volta, non riguarda persone, famiglie o aziende, ma il piccolo gregge privato di pecore ormai adulte registrate come animali d’affezione.
Arrivo dell’ufficiale giudiziario che è la naturale conseguenza di una sentenza di sgombero decisa dal giudice civile dopo la richiesta avanzata dal proprietario del terreno. L’uomo ha ereditato dal padre la casa di campagna e il grande prato che attualmente ospita, in una “striscia”, il piccolo gregge. Ma il contratto è scaduto e l’uomo ha necessità di avere la piena disponibilità dell’area verde. Di qui la causa civile finita con lo sfratto del “pecoro Artù” e dei suoi fratelli, tutti conosciuti in città per la loro mitezza e la loro indole socievole soprattutto con i bambini.
La donna che si occupa del piccolo gregge da tempo lotta per proteggere i suoi animali e da tre anni lancia appelli per trovare un nuovo posto per l’ovile e le pecore.
«Non voglio oppormi al trasferimento – dice – ma non so come fare, non so dove portarli. Ho cercato ovunque, ma sono tantissimi gli ostacoli che impediscono un cambio di luogo».
Lunga infatti la lista di condizioni poste dalle esigenze del piccolo gregge di pecore che sono ormai considerate membri della famiglia: sono anziane e dunque bisogna limitare al massimo il cambiamento delle loro abitudini che potrebbero avere ripercussioni anche letali sulla loro salute.
Sono abituate a stare al riparo e ad essere nutrite dalla loro padrona, dunque il trasferimento dovrà essere fatto nella bella stagione per poterle lasciare all’aperto quei giorni necessari a smontare l’ovile da dove si trova ora e a rimontarlo altrove.
Sono facile preda di lupi e ladri sempre in cerca di ovini da vendere per il macello, quindi serve un nuovo luogo che, oltre ad avere le reti antintrusione e antilupo possa godere di una vigilanza anche di case vicine.
Artù e Merlino, poi, sono iscritti nella lista di ovini fragili più facilmente attaccabili dalle scrapie e per questo motivo non possono essere accolti in allevamenti o da persone che siano già in possesso di ovini. Ludovica, la donna che si occupa di loro almeno due volte al giorno, deve poterli avere in un raggio di chilometri ragionevole dalla sua abitazione e il nuovo prato deve avere caratteristiche di esposizione, di ombra e di sole adatte al loro benessere.
Insomma, una ricerca complicata che, finora, nonostante la disponibilità di tante persone di buon cuore, non ha dato frutti.
Mentre il proprietario, con ragione del giudice, vuole indietro il suo terreno sgombro.
L’ufficiale giudiziario venerdì scorso, dopo aver ascoltato le ragioni della proprietà del terreno, rappresentata dall’avvocato Esposto e quelle di Ludovica Galeazzi, affiancata dall’avvocato Lucas Barbesino, ha restituito il possesso dell’area al suo padrone ma concedendo alla custode degli animali di poter continuare ad occuparsene rinviando lo sgombero al 15 maggio.
Per quella data sarà necessario aver spostato gli animali altrimenti potrebbero essere inviati ad un rifugio in altra provincia con il rischio del macello per Artù e Merlino che non possono vivere con altri ovini.

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2 risposte

  1. Buongiorno
    Potrebbe chiedere a Eremo di Persefone a Passerano Marmorito, potete trovare info sulla pagina FB.

  2. Posso avere più informazioni? Ho una piccola gregge, codice stalla e stalla più terreni zona Asti

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