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Cronaca

Asti, processo usura: padre e figlio chiamano di nascosto dal carcere i testimoni per mettersi d’accordo su cosa dire

Hanno usato dei microcellulari ma sono stati intercettati

Si è aperta con un colpo di scena l’udienza di ieri al processo per usura ed estorsione che si sta tenendo in tribunale ad Asti a carico di Lo Porto Emanuele, il figlio Riccardo e la moglie Antonietta Cestari, Olivieri Renato, il figlio Manuel e la moglie Rosa Vinotti, Nikolly Khresnik, Alfons Peraj e Luigi Cataldo.

E’ stato il pm Greco ad informare il collegio giudicante presieduto dal giudice Dovesi di un comportamento scorretto da parte di Emanuele Lo Porto e del figlio Riccardo, ancora entrambi detenuti in carcere per questa vicenda.

Durante le indagini per un’altra inchiesta condotta dai carabinieri, sono state intercettate alcune telefonate particolarmente interessanti.

Si tratta di chiamate che i due detenuti sono riusciti a fare di nascosto dal carcere grazie ad alcuni microcellulari di cui sono venuti in possesso nonostante l’evidente divieto di comunicazioni esterne che non siano i colloqui regolarmente autorizzati e vigilati.

Queste telefonate sono state fatte sia fra loro che verso alcuni testimoni che verranno a deporre a loro difesa al fine di concordare le versioni da dare ai giudici.

Una circostanza processualmente gravissima di cui il pm ha ritenuto di dare conto ai giudici chiedendo anche l’acquisizione dei brogliacci delle intercettazioni trascritte dai carabinieri o, in alternativa, disponendo una perizia su quelle che interessano direttamente il processo in atto.

(foto di repertorio)

Daniela Peira

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