Una specie di “battaglia dei caprioli” quella che l’anno scorso si è scatenata fra la Provincia di Asti e l’associazione animalista Lav.
Il piano di contenimento era stato elaborato dalla Provincia sulla necessità di ridurre i danni subiti dagli agricoltori, soprattutto nella zona sud della provincia coltivata a vigneti di cui i caprioli sono particolarmente ghiotti. Ma non solo. Nell’intento dell’ente provinciale vi era anche il tentativo di ridurre i rischi di incidenti stradali a causa degli attraversamenti improvvisi di questi animali selvatici spesso investiti con danni alle vetture e lesioni agli automobilisti per i fuoristrada che ne conseguivano.
Un piano approvato all’unanimità del consiglio provinciale e messo in attuazione. Ma mai concluso perchè la Lav aveva impugnato la delibera e aveva presentato un esposto. E la scorsa settimana il Tar del Piemonte ha pubblicato la sentenza, giudicando l’illegittimità di quel piano, considerato scaduto il 31 marzo e condannando la Provincia a pagare le spese legali sostenute dalla Lav.
«Un piano che intanto aveva condannato a morte 1240 caprioli – scrivono dalla Lav – Quando a marzo 2024 la Provincia di Asti aveva condannato a morte gli animali con il suo piano straordinario di contenimento delle popolazioni di caprioli, la Lav era riuscita ad ottenere la sospensione per ben due volte dle piano mettendo in salvo gli animali. Ora il Tar mette definitivamente una pietra tombale sulle velleità animalicide della Provincia» conclude Massimo Vitturi, responsabile nazionale area animali selvatici dell’associazione.
Nel merito, il piano della Provincia, spiegano dalla lav, riportava che solamente in otto delle 41 aree censite nel 2023 erano stati riferiti danni all’agricoltura imputabili ai capriolio mentre non era riportato alcun dato in merito agli incidenti stradali. E mancata il parere di Ispra, istituto scientifico nazionale, che doveva invece essere interpellato quando le amministrazioni dispongono l’uccisione di animali selvatici.
Pronto il commento di Davide Migliasso, consigliere provinciale delegato, fra le altre cose, anche a Caccia e Pesca.
«Intanto la Provincia non si occupa di “caccia ai caprioli” o a qualunque altra specie, ma siamo competenti per i piani di contenimento che sono interventi bioregolatori dell’ecosistema faunistico selvatico. Le nostre priorità sono di preservare l’agricoltura e tutelare la salute e sicurezza pubblica».
Attualmente la Provincia di Asti non ha un piano di contenimento e Migliasso parla di aumento di danni alle colture e di incidenti stradali causati da fauna selvatica che si riproduce a dismisura e va ad intaccare l’ecosistema naturale.
«Non possiamo e non vogliamo sottrrarci al ruolo necessario di vigilanza e azione per il contenimento. I nostri agenti faunistici hanno già svolto una prima parte di un censimento delle presenze e sono alle prese con la seconda tranche che si concluderà a fine aprile. Subito verrà predisposto un nuovo piano di contenimento da far approvare in massima urgenza in consiglio».