«Non sappiamo neppure bene da quanto tempo siano state apposte le targhe. Noi ce ne siamo accorti per caso. Anzi se ne è accorta la mia compagna che, di ritorno dall’Esselunga dove è andata a fare la spesa, appena infilata la rotonda si è resa conto che c’era qualcosa che non aveva mai visto prima. Ha strizzato gli occhi e ha letto i cartelli con l’intestazione della rotonda a mio padre. Potevano almeno dircelo».
A parlare con una malcelata vena polemica è Claudio Malfatto, uno dei figli di Venanzio, grande storico astigiano, autore di numerosi libri che rappresentano un prezioso compendio della storia della città.
Professore di materie letterarie nelle scuole medie cittadine, ha sempre affiancato il suo impegno didattico con la ricerca storica accuratissima e ricca di dati e di fotografie d’epoca restituita in una serie di volumi di grande pregio.
Un uomo così non poteva non avere intitolato un “pezzo” di quell’Asti da lui così amata, studiata, raccontata.
L’amministrazione comunale ha accolto la proposta della Commissione Toponomastica e, non avendo a disposizione vie o piazze nuove da intitolare, ha scelto la rotonda di ingresso alla città dalla zona nord ovest, quella che fa da snodo a corso Torino, corso Ivrea e corso XXV Aprile per tributare l’omaggio allo storico.
Così da qualche giorno campeggiano i cartelli sulla rotonda sormontata dalla fontana di vetro con il nome di Venanzio Malfatto ma la famiglia non ne sapeva nulla.
«Non è nello stile della nostra famiglia pretendere chissà che cerimonia pomposa – aggiunge ancora Claudio Malfatto – ma almeno l’invito a mia madre che, anziana, sarebbe stata felice di assistere allo svelamento della targa. Invece abbiamo dovuto scoprirlo grazie alla spesa al supermercato, per caso».
«Non abbiamo dato notizia perchè prevediamo una piccola cerimonia di intitolazione più avanti – si giustifica il sindaco Rasero – Prima non si poteva per via del Covid, ora organizzeremo al più presto un momento di scoprimento della targa e inviteremo ovviamente la famiglia».