Terribile storia di violenza
C’è una storia terribile di violenza domestica dietro a quella condanna a 2 anni e 4 mesi che il gip Belli ha inflitto ad un uomo residente ad Asti. Processo celebrato in rito abbreviato, a porte chiuse che rivela il suo orrore nelle motivazioni depositate pochi giorni fa. Un processo nato dalla denuncia della moglie dopo 6 anni di soprusi, umiliazioni e botte. Tante botte. Che si sono aggiunte a situazioni e condizioni di vita che sfiorano l’incredibile.
Una coppia normale, con lui che aveva un impiego da dipendente regolare e lei che arrotondava il reddito familiare con lavori saltuari. E una figlia piccola.
La doppia vita con l’amante
Ma già subito dopo la nascita della bimba il rapporto fra i due si è fortemente incrinato, con lui che ha cominciato da subito a tradire la compagna di vita dividendosi fra la casa coniugale e un alloggio affittato con l’amante. La moglie ha scoperto in seguito che il marito aveva addirittura spostato la residenza nell’altro appartamento.
Assente per crescere la piccola, assente per mantenerla, l’uomo, secondo quanto raccontato dalla moglie e accertato dal gip, era invece molto presente per picchiarla, forte anche delle tecniche apprese nel suo passato di praticante di arti marziali.
Sette ricoveri in in sei anni
Dal 2011 al 2017 sono stati sette i ricoveri in Pronto Soccorso della donna con ferite decisamente importanti. Ogni volta i medici riscontravano traumi, ematomi, lesioni al costato, alla schiena, contusioni al viso (la donna porta ancora adesso i segni dei pugni e degli schiaffi ricevuti) fino ad arrivare ad un caso limite con una prognosi di un mese per trauma alla faccia e frattura del naso. Ogni volta la donna, nonostante le lesioni e i traumi parlassero da soli, ha sempre negato di essere stata picchiata, riferendo motivazioni diverse e totalmente incoerenti con il tipo di ferite riportate. A questi sette ricoveri vanno aggiunte tutte le volte in cui ha riferito di essere stata percossa ma non è ricorsa alle cure mediche.
Picchiata fino a farla svenire
E’ stata l’ultima aggressione a convincerla della pericolosità del marito dal quale si stava finalmente separando: approfittando del fatto che la donna si trovava da sola in casa e con la scusa di andare a riprendersi alcuni indumenti, l’uomo l’ha aggredita così violentemente da farle perdere i sensi. Salvo lasciarla lì e andarsene via. Quando si è ripresa era sola in casa, a terra, in preda al dolore e ad una copiosa perdita di sangue dalla testa.
E’ stata una Volante della Polizia a raccogliere la sua lunga, dettagliata e soffertissima denuncia che sembra una drammatica raccolta di tutto il “repertorio” della violenza domestica fra ex coniugi.
Le aggressioni davanti alla figlia piccola
Le mani addosso alla moglie erano all’ordine del giorno e quasi sempre le aggressioni avvenivano davanti alla bambina, fin dalla tenerissima età.
Erano i tradimenti di lui a scatenare le liti. Per alcuni giorni, con la piccola ancora in fasce, l’uomo non aveva fatto ritorno a casa e la moglie che aveva bisogno di lui, affidando la bambina ad una parente, dopo averlo chiamato più volte al cellulare, è uscita di casa per andarlo a cercare. Ogni sera.
Le chiudeva a chiave in casa anche per più giorni
Quando lui, ricomparendo dopo giorni, lo ha scoperto, le ha sottratto il cellulare e da quel momento in avanti, quando non era a casa chiudeva a chiave la moglie con la figlia piccola e l’anziana parente dentro l’appartamento. Una mattina la donna, che doveva recarsi al lavoro, per uscire di casa si è calata dal balcone del primo piano ma è caduta, fratturandosi entrambi i talloni. E quando l’uomo era a casa era ancora peggio. La donna ha parlato di un calcio ricevuto in piena notte nelle costole, senza motivo; un’altra volta ha ricevuto un calcio allo stomaco, davanti alla bambina; un’altra volta ancora si è ferita con un coltello perché mentre stava preparando il pranzo lui l’ha violentemente spinta contro i mobili.
Condanna e risarcimento
Un inferno che l’imputato, difeso dall’avvocato Mara Veronesi, ha sempre negato. Senza essere creduto dal gip Belli che oltre ad averlo condannato a 2 anni e 4 mesi senza condizionale, gli ha anche imposto un risarcimento danni nei confronti della moglie (rappresentata dall’avvocato Davide Arri) da liquidare in sede civile con una provvisionale immediatamente esecutiva di 15 mila euro.
Oggi la donna sta cercando di ricostruirsi una vita normale con la figlioletta. Nei momenti di maggiori tensioni, dopo la denuncia, ha usufruito del cosiddetto “letto segreto” per essere al riparo dall’ex marito e si è rivolta al Centro Antiviolenza L’Orecchio di Venere per ricevere le indicazioni utili su come staccarsi dal suo inferno domestico.