Ad un'udienza dalla fine del processo, ancora si discute se l'uomo travolto da una mandria di bovini nell'ottobre di quattro anni fa, si trovasse dentro o fuori dal recinto elettrificato
Ad un'udienza dalla fine del processo, ancora si discute se l'uomo travolto da una mandria di bovini nell'ottobre di quattro anni fa, si trovasse dentro o fuori dal recinto elettrificato in cui si trovavano gli animali. Lunedì, infatti, è tornato in aula il caso che ha visto tristemente protagonista Silvano Ponza, un uomo di 74 anni di Castagnole Lanze travolto ed ucciso dai bovini fuggiti dal recinto dopo essersi aperti un varco sfondando la linea di contenimento. Per quella morte è finito sotto processo per omicidio colposo Massimo Lavena, proprietario dell'allevamento. In aula ieri non era presente, ma c'erano i suoi legali, gli avvocati Mirate e Proscia. Presenti invece la moglie e le figlie di Ponza, costituitesi parte civile.
Davanti al giudice Francesca De Naro è comparso il maresciallo Luciano Canonico, comandante della stazione di Castagnole Lanze che il 29 ottobre del 2010 intervenne per fare i rilievi del caso. In un primo tempo l'allarme era stato dato semplicemente per la segnalazione della mandria senza controllo, ma, una volta radunati gli animali, ci si era accorti della presenza, sul campo di Valletanaro, del corpo ormai senza vita di Ponza. «Arrivato sul posto, mi apparse evidente la causa della morte – ha detto il maresciallo – dovuta allo schiacciamento da parte degli animali. Intorno al corpo vi erano segni di calpestio di molti bovini». Secondo il maresciallo era anche altrettanto chiaro che il corpo fosse stato colpito e caricato più a monte e trascinato lì dalla furia degli animali in fuga, considerando anche la scia di oggetti personali che era stata fotografata e repertata misurando la distanza da ognuno di essi alla vittima.
Era anche altrettanto evidente la ragione per la quale l'uomo si trovasse in quel campo: era andato a raccogliere dei sacchi di letame da usare probabilmente per concimare l'orto. La responsabilità degli animali nella morte di Ponza non è in discussione mentre lo è la posizione del pensionato al momento in cui è stato "caricato" dal primo toro. Secondo l'accusa, l'uomo si trovava fuori dal recinto mentre secondo la difesa si trovava all'interno e quindi in un posto non sicuro e nel quale non doveva accedere per la sua incolumità. Il maresciallo alla specifica domanda su dove si trovassero gli indumenti e gli effetti personali "persi" durante la carica, ha risposto che si trovavano al di fuori del recinto originario la cui posizione è stata ricostruita a partire dai paletti e dal filo elettrificato strappato. L'udienza riprenderà il 12 gennaio.
d.p.