Un disciplinare di produzione, che coinvolga i territori di 9 comuni della zona, e la registrazione di un marchio per il Cardo gobbo di Nizza Monferrato: questi gli obiettivi dellassessorato
Un disciplinare di produzione, che coinvolga i territori di 9 comuni della zona, e la registrazione di un marchio per il Cardo gobbo di Nizza Monferrato: questi gli obiettivi dellassessorato allagricoltura nicese, presiduto dal giovane Mauro Damerio: «Si tratta di due novità necessarie, di cui si parla da anni ma che non si è mai potuto portare a compimento, principalmente a causa di ostacoli di natura burocratica. Lapprovazione del disciplinare di produzione ci permetterà, subito dopo, di registrare il marchio. Il nostro obiettivo deve essere quello di conservare leccellenza produttiva dei nostri cardi gobbi, così come la loro unicità, mettendoci al riparo dalle contraffazioni».
Il percorso di valorizzazione del cardo, nella sua variante spadone così tipica e rinomata nel territorio nicese, ha preso il via da poco più di un decennio, grazie allistituzione del presidio Slow Food, sotto forma della condotta diretta dal fiduciario Piercarlo Albertazzi. Le caratteristiche di coltivazione sono dopotutto davvero peculiari, sia per la composizione dei terreni di fondovalle, sabbiosi e alluvionali, che contraddistinguono le sponde del Belbo e dei suoi affluenti, sia per la particolare modalità di sotterrare nuovamente gli ortaggi nel corso della loro maturazione: attenzioni che permettono di ottenere proprio i cardi dalle eccellenti caratteristiche organolettiche ormai riconosciute, ma che costano anche un maggiore impegno a livello produttivo, e perciò un prezzo maggiore di vendita al pubblico.
«Oggi è possibile trovare cardi a prezzi bassi, ma senza il controllo del seme e il rispetto del ciclo di coltivazione che, alla fine, riescono a creare il nostro cardo gobbo spiega Damerio. Con il marchio potremo distinguere nettamente il prodotto deccellenza da quello ordinario, in cui magari si fanno altre scelte produttive per abbassare il prezzo, senza però ottenere leccellenza qualitativa finale». Il percorso potrà prendere il via allapprovazione delle delibere da parte di tutti i comuni coinvolti; oltre a Nizza, si tratta di Canelli, Bruno, Calamandrana, Castelnuovo Belbo, Incisa Scapaccino, San Marzano Oliveto, Vaglio Serra e Vinchio. Dopodiché si provvederà a dare vita a un comitato tecnico di controllo, formato da un esponente per ciascun comune, da rappresentanti dei rispettivi uffici agricoltura, di Slow Food e delle associazioni di categoria Coldiretti, Cia e Unione Agricoltori. «Il comitato prenderà decisioni vincolanti sulla concessione dellutilizzo del marchio, verificherà la qualità della produzione e valuterà le iniziative promozionali, nel solco della già avviata Nizza è Bagna cauda e del suo premio Gobbo doro».
Fulvio Gatti