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La squadra di consulenti difensivi
Cronaca

Caso Ceste, i consulenti ribattono: «Chiederemo di nuovo l’esame sui vestiti di Elena»

Questa volta però come “incidente probatorio” alla presenza di professionisti incaricati da pm e parte civile

«Facciamo tesoro delle indicazioni del gip»

A poche ore dalla notifica dell’integrazione all’autorizzazione rilasciata sull’analisi degli indumenti di Elena Ceste che il team di consulenti incaricati da Michele ha chiesto nell’ambito di indagini difensive per la revisione del processo, arriva la contro-proposta per “portare a casa” l’analisi genetica ritenuta un punto fondamentale del percorso per la richiesta di riaprire il caso.

Il consulente tecnico dottor Eugenio D’Orio ha già annunciato di aver letto attentamente quanto disposto dal gip Di Naro e di aver inviato tutto ai legali di Michele, avvocati Scolari e Marazzita, chiedendo loro di presentare istanza per un incidente probatorio.

«Chiederemo l’incidente probatorio con tutte le parti»

«Il gip, nella sua integrazione, oltre a sottolineare che allo stato attuale abbiamo accesso solo ad una visione a distanza degli indumenti di Elena consegnati da Michele dopo averli trovati vicino al cancello di casa la mattina della scomparsa della moglie – dichiara il dottor D’Orio – ricorda che un’analisi genetica sui reperti è possibile solo in contraddittorio con tutte le parti, dunque anche eventuali consulenti nominati dal pm e dalle parti civili. Facciamo tesoro di questa apertura e provvederemo ad istruire una richiesta in tal senso».

Indumenti, peraltro, sui quale pende un provvedimento esecutivo di distruzione già dal gennaio dello scorso anno.

«Per noi è un punto importante»

«Per noi l’analisi di quegli indumenti è fondamentale – sottolinea ancora D’Orio – per la ricerca della verità su quanto accaduto ad Elena Ceste. In qualunque caso di omicidio gli abiti indossati dalla vittima sono fra i primi ad essere analizzati attentamente alla ricerca di tracce biologiche che possano ricondurre all’ultima persona con la quale è stata in contatto».

In indagine analizzati solo i pantaloni

In questo caso solo i pantaloni erano stati analizzati mentre gli altri indumenti, pur repertati, non erano stati sottoposti ad indagini biologiche perchè non vi era alcuna prova che fossero stati indossati da Elena quella mattina ma erano stati portati spontaneamente da Michele che diceva di averli visti puliti e ripiegati vicino al cancello di casa.

«Siamo alla ricerca di un DNA estraneo alla famiglia»

«Invece per noi sono un elemento importante – ribatte D’Orio – perchè siamo alla ricerca di un eventuale Dna “terzo” rispetto a quello di Elena, del marito ed eventualmente dei figli, che conferma il contatto di Elena, la mattina della scomparsa, con qualcuno al di fuori della sua famiglia».

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