Com'è fatto un cerchio nel grano? Siamo andati a vedere da vicino quello apparso domenica mattina a Robella. Il disegno è straordinario nella sua complessità, a prescindere dall'autore. Un tema su cui non si sbilancia nessuno, benché i ricercatori del Centro di Ufologia Italiano abbiano affermato che dietro al "crop circle" astigiano non vi sarebbe una mano umana…
Non accenna a fermarsi il flusso di curiosi verso il campo di grano dove domenica mattina sono improvvisamente comparsi cerchi e triangoli uniti da linee geometriche perfette in località Cavallo Grigio di Robella. Un via vai continuo di persone che, grazie al tam tam su facebook, alla notizia sui giornali e al passaparola fra residenti, vogliono rendersi conto di persona di cosa sia stato fatto su quel campo dell'azienda agricola Giunipero, una famiglia del paese. Tanto che gli stessi proprietari, su suggerimento dei ricercatori di questi strani fenomeni, hanno realizzato un percorso provvisorio per condurre ai cerchi senza fare danni e rovinare l'insieme che, visto dall'alto o dalle colline di fronte di Sant'Anna, è semplicemente straordinario.
Tutti piuttosto scettici sull'ipotesi ultraterrena o aliena, sono però altrettanto tutti colpiti dalla grandiosità del disegno, dalla sua precisione, dall'abilità della mano (o delle mani) che l'hanno realizzato, considerando soprattutto che è esteso su una superficie di oltre 100 metri quadrati. «Io non ho proprio idea di come si siano formati dice Franca Mazzò- fra le prime ad essersi accorta del disegno visto che abita in una casa sulla collina che si affaccia sul grande campo di grano. Nella notte non ho sentito nulla e non ho visto alcuna luce, altrimenti me ne sarei accorta. La sera di sabato non c'era niente e domenica mattina guarda qua che spettacolo». Sulla stessa linea un altro residente la cui casa confina direttamente con l'appezzamento coltivato a grano. «Sono rimasto sveglio fino all'una e mezza sabato sera -racconta Emilio Martini- perchè aspettavo che mio figlio rientrasse a casa. E non ho né sentito rumori strani, né ho visto luci e nemmeno ho notato presenze. Al mattino, alle 5, un trifulau della zona aveva già trovato i cerchi. Non riesco a spiegarmi come siano stati fatti, ma se sono stati gli alieni, spero che abbiano anche una ricetta buona per farmi guarire dall'artrosi» chiude scherzando.
Non solo curiosi, giornalisti e fotografi sul campo di Robella, ma anche i ricercatori del Centro di Ufologia Italiano, che lunedì sono andati con i Giunipero a fare una serie di rilievi sul posto. Attrezzati di rilevatori geiger, bussole, metri a rotella, rilevatori di campi elettromagnetici e altre sofisticate attrezzature computerizzate, hanno percorso in lungo e in largo tutta la superficie interessata dal disegno. «Non si sono sbilanciati troppo -racconta Mauro Mosso, genero del proprietario del terreno- ma ci hanno assicurato che non si tratta di un falso. Dove per falso loro intendono un'opera umana. Hanno infatti cercato a lungo, anche sotto le spighe abbassate, i buchi per eventuali pali usati per tracciare i cerchi e altri oggetti di riferimento, non ci sono segni di passaggio umano, né hanno rilevato altre tracce di presenza di qualcuno».
E questo apre a tantissime ipotesi, anche le più fantasiose. «Ci hanno detto che, da una prima lettura del disegno, sembra un codice binario da decifrare, forse un ipotetico orologio con segni di direzione ben precisi». Tutto questo mentre altri curiosi arrivano, increduli, e ognuno propone la sua spiegazione: chi dice che è qualcuno che si è calato dall'alto e, con un disegno già preparato al computer ha realizzato i segni sul grano, chi dice che abbia usato un asse di legno appesantito per abbassare le file in un ordine preciso, chi sostiene che con un semplice quad, ben usato, si ottiene lo stesso risultato, chi si chiede come mai non sia stato fatto più in alto sulla collina e chi dice che la luce della luna, sabato notte, era sufficiente per fare chiarore alla banda di buontemponi decisi a fare uno scherzo proprio a Robella.
Fatto sta che il disegno compare nel bel mezzo del campo non presenta alcun sentiero di accesso e le linee e i cerchi, visti da vicino, non hanno una sola direzione di abbassamento delle spighe ma più versi, che in alcuni casi, soprattutto per quanto riguarda i triangoli, danno un senso di profondità e, visti dall'alto sembrano piccole piramidi. Anche gli scettici, alla fine si arrendono e concludono tutti nello stesso modo: «non crediamo agli alieni, ma certo che quelli che hanno fatto questo sono davvero dei grandissimi artisti. Tanto di cappello».
Daniela Peira