Una storia di uneredità da dividere che è finita davanti al giudice del tribunale di Acqui. A chiedere lintervento della magistratura è stata unanziana donna di 87 anni, residente a Nizza,
Una storia di uneredità da dividere che è finita davanti al giudice del tribunale di Acqui. A chiedere lintervento della magistratura è stata unanziana donna di 87 anni, residente a Nizza, che accusa i due figli del compagno defunto di aver prosciugato il conto corrente che i conviventi avevano in comune. Lei, vedova, senza figli, con una pensione modesta ma con un buon patrimonio in denaro derivato dalla vendita di alcuni immobili di famiglia, aveva incontrato quelluomo un po di anni fa. Lui divorziato, padre di due figli e con un passato avventuroso in forza ai Servizi Segreti italiani, era pensionato e aveva deciso di vivere a Nizza, nellalloggio di proprietà della sua compagna. I due non si erano mai sposati, ma avevano vissuto insieme diversi anni fino a quando luomo non è mancato improvvisamente.
Tre giorni dopo la morte dellex agente dei servizi segreti, in occasione del funerale delluomo, i suoi due figli (uno stimato dentista ligure e un consulente milanese) hanno accompagnato lanziana donna nella banca di Nizza presso la quale aveva un conto corrente cointestato con il compagno. Un conto corrente con un saldo di tutto rispetto, intorno ai 450 mila euro e sul quale i due avevano fatto confluire tutti i loro risparmi. I due figli, in quelloccasione, hanno convinto la donna a versare metà di quel conto corrente a loro due, in qualità di legittimi eredi del padre, tanto che risultano due assegni circolari di identico importo per un totale di 222 mila euro.
Mentre erano lì, secondo la ricostruzione degli inquirenti, i due avrebbero anche fatto firmare alla donna ladesione al servizio di home banking dello stesso conto impossessandosi poi della password per operarci sopra. Naturalmente lanziana signora non sapeva neppure cosa fosse un conto on line e sicuramente non era in grado di utilizzare un computer, come rivelerà in seguito un certificato medico che parla invece di uno stato confusionale dovuto alla perdita del compagno. Dopo qualche giorno, sul conto corrente arriva lordine da Milano per altri due bonifici a sei cifre che, di fatto, prosciugano i risparmi della donna.
Una volta compreso di essere rimasta quasi senza denaro, la donna si è rivolta ad alcuni famigliari che hanno fatto scattare le indagini. Al termine i due fratelli sono stati rinviati a giudizio per truffa aggravata e frode informatica per il bonifico on line. Loro si difendono sostenendo che quei risparmi appartenevano al padre e quindi era loro diritto entrarne in possesso mentre lanziana, ora sotto tutela e rappresentata come parte civile dallavvocato Luigi Florio, sostiene che su quel conto cerano invece anche molti soldi suoi derivanti dalle vendite degli immobili avvenute abbastanza recentemente.
Daniela Peira