Un medico di base in carcere che aspetta che la sua istanza di affidamento in prova ai servizi sociali venga presto accolta dal tribunale di Torino.
E’ il dottor Raffaele Bosco, astigiano di 64 anni, un passato come medico dell’ospedale di Asti, poi dentista in libera professione con studio a Costigliole e attualmente apprezzatissimo medico di base nell’ambulatorio di Santena.
Da qualche giorno non si avevano notizie di lui: dopo due settimane di sostituto, improvvisamente l’ambulatorio è rimasto vuoto e i suoi 1300 mutuati si sono allarmati e si sono rivolti all’Asl che ha già provveduto ad assegnare a tutti un nuovo medico.
Ma non senza stupore ha scoperto il perchè di tale “scomparsa”: il dottor Bosco si era costituito al carcere di Fossano per espiare una condanna definitiva a 2 anni e 3 mesi.
Nulla a che fare con la sua professione medica.
La condanna arriva, infatti, al termine di una serie di processi per reati tributati e finanziari. In particolare per reati legati alla bancarotta fraudolenta della fallita società immobiliare Prato Grande srl con sede ad Alba di cui il dottor Bosco era amministratore unico fino alla data del fallimento. Altro socio era il cugino Renato, indicato dall’accusa, sostenuta dal pm Deodato, come amministratore di fatto.
I reati vanno dalle operazioni di “grave imprudenza” nella gestione della società alla mancata richiesta del fallimento sebbene lo stato di insolvenza fosse già palese. Sono accusati di aver “distratto”, dal 2008 al 2010, beni per oltre 1 milione e 700 mila euro. Denaro di cui è stato defraudato il patrimonio della società attraverso prelevamenti dal conto, pagamenti di fatture “gonfiate“ ad imprese di costruzioni incaricate dalla Prato Grande di realizzare abitazioni, ingenti bonifici ad altre società immobiliari con generica indicazione di “finanziamento” e, fra le altre cose, anche l’aver pagato importantissimi canoni di affitto di autovetture di grande cilindrata.