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Fuga dall’hub: il sindaco di Castello di Annone commenta quanto sta succedendo

Silvia Ferraris ribatte: “Dobbiamo essere tolleranti, dobbiamo essere accoglienti ma gradiremmo anche essere rispettati, in primis dallo Stato”

Il sindaco di Castello di Annone dopo la fuga dei profughi: “Non dobbiamo tollerare una situazione di questo genere che aumenta il malcontento e soprattutto il rischio sanitario”

Sulla fuga dei migranti tunisini dal centro di accoglienza di Castello d’Annone interviene anche il sindaco Silvia Ferraris: “Il nostro paese è una piccola comunità, ormai abituata a convivere con l’hub ma gli ultimi giorni si sono rivelati particolarmente pesanti. Abbiamo sempre rassicurato la popolazione, e, alla luce delle ultime notizie della fuga di alcuni immigrati, la posizione da mantenere è decisamente scomoda”. Il sindaco non ci sta, quindi, a quanto successo in questi ultimi due giorni con nove migranti su un totale di settantadue che sono riusciti a fuggire dalla struttura dopo poche ore dal loro arrivo in Piemonte.

“Abbiamo chiesto sacrifici ai nostri cittadini – continua il sindaco – e non dobbiamo tollerare una situazione di questo genere che aumenta il malcontento e soprattutto il rischio sanitario. Non si possono gestire persone che non intendono essere gestite, che non rispettano le regole dello stato che le ospita: la nostra non è intolleranza ma solo buon senso e chiediamo alle istituzioni di essere tutelati”.

Il sindaco conclude il suo ragionamento con un duro attacco al Governo per la gestione della struttura di accoglienza: “Come amministrazione  comunale non abbiamo voce in capitolo sull’ex sede dell’Aeronautica militare, sulla cui destinazione siamo da sempre spettatori impotenti, ma riteniamo quantomeno fondamentale la tutela e la salvaguardia della sicurezza della nostra popolazione che continua a dover subire scelte governative imposte. Dobbiamo essere tolleranti, dobbiamo essere accoglienti ma gradiremmo anche essere rispettati, in primis dallo Stato centrale soprattutto in un periodo già difficile e delicato come questo”.

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