«Non dobbiamo avere paura di guardare al passato con obiettività. Nello specifico, larmistizio dell8 settembre 1943 fu sicuramente un momento disgregante, in cui lesercito, allora
«Non dobbiamo avere paura di guardare al passato con obiettività. Nello specifico, larmistizio dell8 settembre 1943 fu sicuramente un momento disgregante, in cui lesercito, allora demotivato, senza ordini né disposizioni, si trovò in dieci minuti nella necessità di scegliere. In seguito, per lesercito di liberazione è stata davvero una scelta importante combattere per la libertà e, a tale fine, fu rilevante il numero di caduti, tra partigiani, ex militari e militari. Numero che si completa, tra laltro, con i caduti internati. Da un lato, però, la partecipazione fu limitata, per volere degli alleati.»
Così il Generale Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore dellEsercito Italiano, ospite mercoledì pomeriggio al Ridotto del Teatro Alfieri, è intervenuto appunto sul contributo dei nostri militari alla guerra di liberazione, in occasione del settantesimo anniversario dellinizio della Resistenza, soffermandosi in particolare sulla ricorrenza dellarmistizio. Organizzato da Comune di Asti, Associazione Voci Astigiane e Società di mutuo soccorso Fratellanza militari in congedo, lincontro ha visto la partecipazione di numerose autorità e associazioni militari e civili. Presenti anche alcuni studenti dellIstituto Sella". A fare gli onori di casa, il sindaco Fabrizio Brignolo.
Annotando «il piacere personale di essere ad Asti, terra cui è legato anche da origini familiari», il Generale ha spiegato: «Quando Eisenhower diede la notizia dellarmistizio, le forze armate e le istituzioni non erano state informate ed erano inconscie di cosa sarebbe avvenuto. Dunque, la confusione fu notevole, la situazione militare diversa da luogo a luogo, la reazione iniziale individuale, a seconda delle coscienze, e soggetta alla disgregazione dello Stato. Un altro aspetto importante – ha aggiunto – che si rifà a prima del 1940, è che la seconda guerra mondiale fu affrontata dallItalia con grande leggerezza, senza preparazione e senza immaginare cosa sarebbe potuto succedere.»
Dal passato al presente, Graziano ha parlato degli attuali contesti, in cui «perché ci sia pace e sicurezza sono necessari i militari», rivolgendo un pensiero particolare alla strage di Nassiriya. «Siamo uno Stato, rispetto allestero – ha sottolineato – che ha unità in moltissime missioni internazionali dal 1982, con la partecipazione di 125 mila militari, oltre 100 caduti e poco meno di 700 feriti, di cui alcuni gravi, a fronte di un impegno che forse non è noto o non a tutto il pubblico.» In riferimento poi al concetto di patriottismo, Graziano ha detto: «Oggi è un valore più ampio, che si può ricondurre anche alla pace e alla stabilità internazionali».
Nelloccasione, è stato presentato il libro Le grandi battaglie della seconda guerra mondiale, a cura di Giuseppe Rasolo (giornalista di Piemonte Notizie nonché vice presidente dellIstituto Storico di Varallo) ed edito da Newton Compton. «Lapporto dei militari italiani – ha affermato Rasolo è stato fondamentale. I nostri soldati, infatti, si sono sempre distinti in tutti i teatri di guerra: come in Africa, Russia, sul mare, nella Resistenza. Ricordiamoci, quindi – ha concluso – il sacrificio che le nostre truppe fecero nelle condizioni peggiori, anche se ci fu chi si schierò da un lato e chi dallaltro. Pur essendo mandati allo sbaraglio, non si sono mai tirati indietro.»
m.z.