Neive, Castiglione Falletto, Brescia: sono questi i luoghi in cui sono avvenuti i furti addebitati ad un gruppo di sinti finiti sotto processo nei giorni scorsi per furto e ricettazione.
Gli imputati, residenti fra Alba e San Damiano, sono Giorgia Camia, Gian Marco Adriano, Rino Caldaras, Guido Rafael e Richard Lamberti e Diego Lebbiati.
Nel furto di Neive i ladri si erano impossessati di gioielli e di computer, tablet, cellulari; in quello di Castiglione Falletto oltre agli oggetti in oro si erano portati via una bicicletta da corsa che valeva almeno 3 mila euro mentre a Brescia avevano letteralmente ripulito la cassaforte di una coppia che vi custodiva tutti gli ori di famiglia.
Il processo si è incardinato al tribunale di Asti per via del primo furto di Neive e il sostituto procuratore Laura Deodato che ha coordinato le indagini è risalita all’identificazione della “rosa” di imputati sulla base di una serie di riconoscimenti fatti anche attraverso le immagini di videosorveglianza interna privata.
Conclusioni di indagine fortemente contestate dagli avvocati difensori Gatti, Voarino, Merlino, Montanara e Ponchione che hanno insistito sul fatto che non ci fossero prove certe che collegassero i loro clienti agli episodi denunciati.
Al termine del rito abbreviato il pm ha chiesto la condanna di tutti con pene fra i 3 e i 4 anni ma il giudice Beconi li ha mandati tutti assolti.