Maggio è stato un mese di svolta per tre omicidi che hanno tenuto banco nella cronaca astigiana degli ultimi due anni. A partire dal caso di Elena Ceste, la donna di Motta madre di quattro figli,
Maggio è stato un mese di svolta per tre omicidi che hanno tenuto banco nella cronaca astigiana degli ultimi due anni. A partire dal caso di Elena Ceste, la donna di Motta madre di quattro figli, scomparsa a fine gennaio dellanno scorso e i cui resti sono stati ritrovati ad ottobre nel rio Mersa. Indagato il marito, a fine gennaio è stato arrestato con laccusa di omicidio volontario ed occultamento di cadavere. Michele Buoninconti continua a professarsi innocente e, nonostante le tante contraddizioni rilevate dagli inquirenti nelle sue deposizione e nelle intercettazioni ambientali e telefoniche, conferma la versione della prima ora: arrivato a casa dopo aver portato i ragazzi a scuola, ha trovato la casa vuota e gli abiti della moglie nel cortile. Per lui la moglie si è allontanata a piedi, scalza, nuda, senza occhiali in una mattina di inverno in preda ad un fortissimo stato confusionale fino alla caduta nel rio Mersa.
Molto diversa la ricostruzione degli inquirenti convinti che la gelosia e il senso di possesso delluomo lo abbia spinto ad uccidere la moglie, probabilmente tramite strangolamento nella loro camera da letto. Poi credono che labbia caricata in auto, abbia portato il cadavere sulle rive del rio Mersa, labbia spogliata ed abbandonata lì dove è rimasta per oltre nove mesi fino ad un provvidenziale quanto fortuito cantiere di lavoro di ripulitura del canale. Per il gip di Asti quanto raccolto dalla Procura nei 16 faldoni è sufficiente per un giudizio immediato e ha fissato la prima udienza di Corte dAssise per il primo luglio, ma Buoninconti, con un colpo di scena, ha chiesto il rito abbreviato lasciando così fuori i riflettori dal processo assicurandosi uno sconto della pena in caso di condanna.
Importantissima anche la svolta in un altro omicidio, quello di Luigi Di Gianni, meglio conosciuto come Gino di Foggia freddato alla fine di gennaio 2013 davanti alla sua abitazione di Isola. Carabinieri e Procura hanno individuato in due giovani, Ferdinando Catarisano e Ivan Commisso, i presunti killer che hanno agito quella drammatica sera. Il movente sarebbe da ricercare in un intervento di mediatore di Di Gianni in una questione di gestione e di debiti pregressi riguardanti il night club Odeon di Strevi di cui era consocio di fatto e di cui la compagna di Catarisano era invece proprietaria. Per due volte il gip di Asti ha respinto le richieste di arresto avanzate dalla Procura che si è rivolta al Tribunale del Riesame il quale, invece, ha intravvisto la fondatezza delle ragioni dellarresto. Arresto ora fermo in Cassazione per ricorso dei difensori dei due indagati.
E sono stati arrestati dai carabinieri i presunti autori del delitto di Nicola Moro, avvenuto nel settembre 2011. Luomo era stato ritrovato in un fossato di una piazzola nei pressi del casello autostradale di Villanova, ferito da un colpo di pistola al collo, sparato da distanza ravvicinata. Aveva pronunciato qualche parola ai soccorritori ed era poi deceduto. Due arresti avvenuti nellambito di unattività di indagine durata tre anni e mezzo e conclusasi con un blitz dei carabinieri di Asti e dei colleghi dei comandi locali nelle province di Torino, Vercelli e Crotone, nellambito di una vasta operazione contro la ndrangheta. E loperazione Fischerhaus: 129 reati scoperti, 11 persone complessivamente arrestate e altre 36 denunciate, 37 chili di sostanze stupefacenti sequestrate.
Daniela Peira e Marta Martiner Testa