Anche qui nessun dubbio della Procura sull'ora del delitto: attestato che la donna era ancora in vita quando il marito si è allontanato da casa quella mattina per portare i figli a scuola
Anche qui nessun dubbio della Procura sull'ora del delitto: attestato che la donna era ancora in vita quando il marito si è allontanato da casa quella mattina per portare i figli a scuola (perchè vi è una testimonianza di una vicina di casa che l'ha notata in cortile e perchè, seppur secretati, i racconti dei bambini andrebbero nella stessa direzione), per l'accusa la donna è stata uccisa fra le 8,43 e le 8,55, al rientro dell'uomo.
Il luogo, sempre per l'accusa, sarebbe stata la camera matrimoniale dei due, proprio sul letto che condividevano, subito dopo che la donna aveva finito di farsi una doccia prima di vestirsi ed affrontare la giornata. Di qui la spiegazione della sparizione della donna senza occhiali e nuda, circostanza che Michele ha dovuto poi "recuperare" con la questione dei vestiti ritrovati vicino al cancello di casa. Per gli inquirenti astigiani, con quella circostanza, il marito avrebbe messo le mani avanti nel caso in cui il corpo della moglie fosse stato scoperto nudo. Ricostruzione un po' diversa invece per il tribunale del riesame di Torino che concorda su ora e luogo della morte, ma non per ciò che riguarda i vestiti. Per i giudici torinesi Elena venne spogliata sul greto del rio, prima di venire abbandonata e quanto raccontato da Michele su essi sarebbe stato un ripiego perchè "sorpreso" dai vicini con gli abiti della moglie in auto al ritorno dall'occultamento del cadavere.
Per la difesa, che, ricordiamo nega il delitto, Michele ha effettivamente trovato i vestiti così come raccontato ed Elena si è allontanata volontariamente da casa in preda ad una crisi psicotica con manie di persecuzioni. Si è tolta occhiali, vestiti e scarpe e si è allontanata nuda da casa per "scappare" da qualcuno che, visti tutti gli altri accertamenti, si sarebbe trovato solo nella sua testa. La donna avrebbe raggiunto volontariamente il tubo di cemento usato nell'attraversamento della ferrovia e vi si sarebbe nascosta dentro sempre per trovare riparo e sfuggire ai suoi inseguitori immaginari.
Il parere del criminologo
Sull'ora del delitto non sento di potermi esprimere in quanto di fondamentale importanza sono le dichiarazioni rese dai figli. Non credo ci siano elementi da poter affermare con certezza che sia avvento proprio in camera da letto perché mi sembra improbabile che una donna che si sveste per fare la doccia, lasci l'assorbente attaccato agli slip. Circostanza compatibile con la tesi del Riesame in quanto solo chi si sarebbe recato in quel luogo potrebbe aver trasferito quella traccia di terreno sui vestiti e non si sarebbe preoccupato di gettare via l'assorbente. Sull'ora del delitto, quella individuata dall'accusa mi sembra troppo preciso; è stato ricavato dall'analisi degli orari di apparecchi diversi che potrebbero però essere sincronizzati con qualche discrepanza di minuti l'uno dall'altro. La difesa sostiene la crisi psicotica, ma è possibile che una situazione di malessere di Elena così grave sarebbe stata notata e rilevata solo da Michele e da nessun altro?