Le piazze come spazi intrisi di messaggi sui temi della pace, della cooperazione, della giustizia, dellambiente e tanto altro: ecco il volto assunto dalla città di Asti sabato, in occasione
Le piazze come spazi intrisi di messaggi sui temi della pace, della cooperazione, della giustizia, dellambiente e tanto altro: ecco il volto assunto dalla città di Asti sabato, in occasione dellevento Le piazze della pace, organizzato dal Comune in collaborazione con il Tavolo della pace e il supporto del Centro servizi per il volontariato di Asti, cui hanno preso parte circa 800 studenti. Da piazza San Secondo a quella Libertà, da piazza Astesano a Statuto, nei saloni Tovo e San Paolo fino al Teatro Alfieri, tante le iniziative e la voglia di comunicare. Trentasei le associazioni che hanno preso parte alla giornata con laboratori, banchetti, manufatti e testimonianze: un momento corale in cui potersi raccontare.
Partendo da piazza San Secondo sui banchetti si legge Voci nel silenzio, la violenza nega lesistenza, il volere è quello della terra, delle strade, della pace. Non mancano i libri sui Diritti della Costituzione con particolare attenzione alla scuola, proseguendo si trova anche un gioco-test che ha suscitato «un buon afflusso e interesse nei più giovani» organizzato con più postazioni da varie associazioni, incentrato sui 4 elementi e su temi importanti come lo smaltimento rifiuti e lenergia per capire verso quale futuro si sta andando. Di pace e cooperazione internazionale si parla invece nella piazza Astesano: dai progetti dellassociazione Di-Svi che collabora con i paesi più svantaggiati per fare attività di sensibilizzazione ed educazione alla cittadinanza mondiale, ad Emergency con progetti rivolti alle scuole che per loccasione lancia un appello per il reclutamento di volontari su Asti (contatti: 347/8744586, emergencyasti@libero.it).
Dalla bancarella di Arte e Carità con mobili delle Ande sincontra il Centro missionario diocesano di Asti, dove don Roberto Zappino, missionario della Diocesi di Juina in Brasile (Mato Grosso) commenta: «I giovani hanno risposto bene, cera ascolto, è servito lincontro (nel salone San Paolo) per comunicare, soprattutto dopo che la cronaca ci ha messo davanti agli ultimi fatti, ci si deve fare qualche domanda in più». Voci nel silenzio è lallestimento di mute presenze nella piccola Piazza Italia, costellata di sagome viola (le donne vittime di violenza) e bianche (quelle che si sono salvate) ispirato a storie realmente accadute in tutta Italia: è il progetto del comitato Se non ora quando di Asti, raggiunto da quello torinese nella giornata di sabato, il cui intento è di rompere il muro di silenzio che circonda la violenza domestica (1522 il numero telefonico per chiedere aiuto a questo scopo, sempre attivo).
Una giornata, come spiega (allincontro presso il teatro Alfieri) il sindaco Fabrizio Brignolo «che ha visto le piazze diventare uno spettacolo grazie a tutte le associazioni», grazie allevento organizzato in collaborazione con il consigliere comunale Paolo Crivelli, «che segna linizio di un cammino in una città – proseguono Brignolo con lassessore Vercelli – che presenta il dato maggiore di cittadini immigrati residenti (13%) di tutto il Piemonte». Il teatro Alfieri è ricco di uditori: sono i ragazzi delle scuole astigiane che hanno conversato con linviato del quotidiano La Stampa, Domenico Quirico, rimasto prigioniero per cinque mesi in Siria mentre svolgeva la sua attività di reporter, introdotto da Laurana Lajolo.
Quali sono state le sue emozioni quando ha vissuto da immigrato, prima, durante e dopo il viaggio? e Rispetto agli episodi dimmigrazione, come ci si può rapportare (sul lavoro e nella vita) con queste persone, può nascere amicizia tra noi giovani? sono le due domande poste dai ragazzi.
Ricordando che «la mia storia personale è irrilevante, ciò che è importante è quel che ho vissuto», Quirico spiega che «bisogna trasformare i numeri in persone per comprendere, per parlarne: ognuno di loro ha una storia, un vissuto, un sogno. Non cifre, ma persone».
E ancora un messaggio importante in chiusura della lezione a teatro, quando Brignolo consegna a Quirico il manifesto di benvenuto preparato in attesa del suo rientro, con la foto del giornalista scattata a Lampedusa: «Prendo volentieri il manifesto; sono affezionato a questimmagine (scattata dopo la traversata con i migranti su un barcone) perché lesperienza di Lampedusa mi ha reso un uomo migliore, senza pregiudizi». La canzone Dai voce ai bambini senza voce sulla tragedia del lavoro minorile chiude lincontro.
Roberta Arias