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L'Imam della Comunità islamica Asti: «Sono veri criminali che infangano l’Islam»
Cronaca

L'Imam della Comunità islamica Asti: «Sono veri criminali che infangano l’Islam»

«Sono giorni bui per tutta la comunità islamica. Chi commette simili atti in nome di Allah e dell’Islam compie uno scempio della religione e le autorità hanno la facoltà e il dovere di indagare

«Sono giorni bui per tutta la comunità islamica. Chi commette simili atti in nome di Allah e dell’Islam compie uno scempio della religione e le autorità hanno la facoltà e il dovere di indagare sui mandanti di questi atti criminosi che non hanno nulla a che fare con la fede musulmana». Così Abdelali, responsabile del centro culturale islamico di via Balbo ad Asti, commenta l’attentato terroristico che ha colpito la redazione del giornale satirico parigino Charlie Hebdo e gli atti di violenza susseguitisi nei giorni successivi fino all’epilogo della cattura e dell’uccisione dei responsabili avvenuta venerdì scorso.

«È molto spiacevole e sbagliatissimo che si riconducano atti di terrorismo all’Islam. I terroristi non sono musulmani, ma sono dei pazzi indottrinati per fare del male al prossimo. Se andiamo a studiare con attenzione il Corano, il nostro libro sacro, non troveremo neanche un versetto che indica che dobbiamo fare del male al prossimo, anzi, il Corano ci dice di trattare bene un non musulmano ancora prima di un musulmano: è una religione di pace. La parola araba Islam significa pace in italiano mentre, Allah è la traduzione araba di Dio. Sono convinto – prosegue Abdelali – di poter dire a nome di tutta la comunità musulmana, che chiunque si azzardi a fare del male al prossimo agisce al di fuori della religione e che i violenti e i terroristi distruggono in prima battuta se stessi».

«La religione musulmana come le altre religioni predica la pace e la convivenza ed è importante che chi parla in nome di una religione dimostri a chi ascolta di essere referenziato, di conoscerla a fondo e di avere coscienza e consapevolezza di quello che dice. Ritengo anche che una religione che vuole nascondersi non sia una vera religione e per questo – conclude Abdelali – nel nostro centro culturale stiamo traducendo le preghiere e i riti del venerdì in italiano. Vogliamo così dimostrare la nostra apertura al dialogo e alla convivenza tra la cultura araba e quella occidentale per la ricchezza dell’intera società».

La stessa fermezza nel dichiarare che questi terroristi che si dicono islamici non sono tali, arriva da Mubarek Bentamush, membro di “Elhidaya”, un altro dei tre centri culturali islamici cittadini: «L’Islam è lontano da queste cose. I responsabili dell’attentato al giornale francese sono dei delinquenti, non sono musulmani e dimostrano di non conoscere l’Islam. Non sono nemmeno cresciuti in una famiglia e in un ambiente che li abbia educati alla fede musulmana». E a proposito della satira religiosa di Charlie Hebdo afferma: «Il giornale può dire quello che vuole, la Francia è un Paese democratico e i giornalisti fanno semplicemente il loro lavoro. I giornali sono critici e senza critica non c’è confronto».

Marzia Barosso

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