Il gip di Alessandria ha archiviato tutto
E’ arrivata ad un anno dall’apertura dell’indagine la notizia dell’archiviazione del gip di Alessandria su un caso che aveva fatto molto scalpore.
Riguardava una tragica morte in incidente di un motociclista di Bistagno, Carlo Cazzola, 65 anni, residente a Bistagno; pur residente nell’Alessandrino era molto conosciuto anche nell’Astigiano perchè girava con un gruppo di appassionati centauri che vivevano nella nostra città.
La vittima, Carlo Cazzola, 65 anni
L’incidente vicino a Rocchetta Palafea
Ed era insieme a loro che quella maledetta domenica di metà febbraio era andato, ovviamente in moto, ad un pranzo in un ristorante vicino alla strada per Rocchetta Palafea dove avvenne lo scontro frontale contro un’auto condotta da una donna con la figlia a fianco.
Un urto violentissimo che costò la vita a Cazzola, deceduto sul colpo.
Amici accusati di omissione di soccorso e omicidio stradale
Ma è ciò che successe immediatamente dopo ad aver trovato posto sulle cronache dei giornali, perchè gli amici motociclisti che erano con lui, dopo aver constatato che l’uomo era tragicamente deceduto e dopo aver chiesto l’aiuto dei soccorsi, si erano dileguati prima dell’arrivo delle forze dell’ordine e dell’ambulanza.
Di qui era originata l’accusa di omissione di soccorso cui si era aggiunta anche quella più grave di omicidio stradale in quanto gli inquirenti ipotizzarono che l’incidente fosse maturato nel corso di una “gara di sorpassi” sulla strada piena di curve.
Sentiti i testimoni e sequestrati i cellulari
Un anno di indagini serrate, con l’audizione di tutti i testimoni e l’acquisizione di tutti i cellulari che avevano contribuito a ricostruire la lista delle persone presenti al momento dell’impatto. Visionate anche le foto scattate poco prima dello schianto e anche un video che ha ripreso il gruppo in viaggio. Degli iniziali otto indagati, ne sono rimasti solo 3 al vaglio del Gip di Alessandria.
Sempre respinto le accuse
Difesi dagli avvocati Masoero e Invernizzi, hanno sempre respinto le accuse rivolte. Avvocati e imputati hanno sempre detto che non sussisteva il reato di omissione di soccorso perchè la chiamata al 118 venne fatta immediatamente dopo l’incidente e hanno respinto con ancor più veemenza l’accusa di omicidio stradale negando il fatto di aver tenuto condotte pericolose durante la guida. Inizialmente è caduta la prima accusa perchè la chiamata è stata confermata e poi anche quella di omicidio stradale perchè non è emerso da nulla che stessero facendo la gara di sorpassi. Dunque sono state archiviate tutte e tre le posizioni degli amici indagati.
Se ne andarono perchè sotto choc
Rimane ancora la domanda sul perchè di un comportamento che appare comunque alquanto strano e inspiegabile: andarsene tutti con l’amico motociclista morto sulla strada, ma gli indagati lo avrebbero giustificato come una sorta di atto di isteria collettiva dettata dallo choc dell’accaduto.